A cura della Redazione
A distanza di quaranta giorni dall’esito elettorale, il sindaco Starita non ha ancora ufficializzato la sua squadra di governo. Diversamente dai sindaci di Torre del Greco e San Giorgio a Cremano che già sono pienamente operativi da qualche settimana. Diciamoci la verità, se la lunga attesa dovesse servire a mettere in campo una giunta di alto profilo, allora sarebbe giustificata il tempo perso. Ma i nomi che si sentono in giro non lasciano prevedere nulla di buono, non fosse altro perché molti di loro già hanno dimostrato la loro incapacità a governare. Ed è caduto anche l’ultimo veto posto dal sindaco, ossia che nessun consigliere avrebbe assunto la carica di assessore. Giuseppe Raiola (PeD), infatti, l’ha spuntata e farà parte dell’esecutivo, dimettendosi da consigliere comunale. Al suo posto subentrerà Francesco Anzalone. Ma ci sono altri quattro assessori della passata consiliatura che faranno parte della squadra di governo: Ciro Alfieri (Api), Francesco Bisogno (Noi Sud), Francesco Colletto (UdC), e Giuseppe Auricchio (indipendente). Ma anche il sesto assessore è una vecchia conoscenza, l’ex presidente del Consiglio Gioacchino Langella (Noi Sud), cognato di Starita. Manca all’appello l’ultimo assessore. Il nome che circola è quello di Angelo Stanzione, già consigliere comunale nella passata consiliatura in quota all’Udeur, ed ora dell’Api. Ma resta l’enigma della donna in giunta, senza la quale l’opposizione inoltrerebbe sicuramente il ricorso al Prefetto per il mancato rispetto della quota rosa. Nessuno, però, è disponibile a fare un passo indietro a favore del gentil sesso. Potrebbe farlo l’Api, sostituendo Stanzione con un assessore donna. Ma a quale prezzo? Guardando le caratteristiche di ciascun (potenziale) assessore, ci poniamo un interrogativo. Chi andrà ad assumere la carica di assessore al Bilancio e Finanze, un settore nevralgico soprattutto in un periodo di vacche magre come quello attuale? L’unica possibilità è che venga designata in giunta una donna con competenze specifiche in questo campo. Ma quello che più sorprende è che ancora una volta Starita riesce smentire se stesso. Come si ricorderà infatti, subito dopo essere stato eletto egli pose tre condizioni per la formazione della sua squadra di governo: gli assessori dovevano essere tutti tecnici, almeno nella prima fase; l’esecutivo doveva comprendere minimo due donne; infine, nessun consigliere comunale poteva essere promosso in giunta. Ebbene, tutte e tre queste sue richieste saranno quasi sicuramente smentite dai fatti. E la cosa buffa è che nessuno gli aveva chiesto alcunché, ma era stato lui a dettare queste condizioni. Condizioni che gli avrebbero assicurato anche il consenso dell’opposizione, soprattutto se avesse proposto in giunta professionisti di alto livello. Purtroppo lo Starita-bis sarà solo una replica nel segno della continuità, il che è tutto un dire. Fortunatamente, a dispetto delle ultime consiliature, sembra che ci sia un’opposizione reale che sicuramente sarà da stimolo all’azione amministrativa. ANTONIO MARRAZZO (dal settimanale TorreSette del 15 giugno 2012)