A cura della Redazione

Il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, è stato arrestato e posto agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione. Ai domiciliari anche l’imprenditore Aldo Spinelli, che per anni ha gestito il porto di Genova ed è stato presidente delle squadre di calcio Genoa e Livorno. E’ stato condotto in carcere, invece, l’ex presidente dell’autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Paolo Emilio Signorini, oggi amministratore delegato di Iren. Il governatore Toti è stato sospeso dall’incarico per effetto della legge Severino. Oggi, martedì 7 maggio, era atteso da Flavio Briatore per l’inaugurazione della nuova sede del Twiga in riviera. Tra gli indagati c’è anche Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale.

Gli arresti sono avvenuti nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Genova su una rete di corruzione tra impeditori e politica. Nel mirino della procura il sistema delle concessioni di aree portuali, tra cui quella legata al Terminal Rinfuse, rinnovata per trent'anni al gruppo di Aldo Spinelli. Secondo la procura, cinque giorni dopo il rinnovo della concessione da quattro società facenti capo a Spinelli, sarebbero partiti bonifici per un totale di 40 mila euro al comitato Giovanni Toti Liguria. Le indagini riguardano anche la concessione data alla famiglia Spinelli nella zona delle Colonie Bergamasche di Celle Ligure dove stanno cercando di realizzare una cittadella di super lusso e una struttura turistico ricettiva.

Secondo la procura di Genova gli arrestati avevano allestito, quindi, un sistema di favori alimentato da tangenti. Sotto indagine anche alcuni pagamenti occulti di spazi pubblicitari, tra cui il maxi cartellone che si trova sul grattacielo più alto di Genova su cui in passato c'è stata anche una pubblicità di Esselunga. Al presidente Toti sono contestati finanziamenti e favori ottenuti da Spinelli per un totale di 74 mila euro. Tra gli indagati c'è anche il capo di gabinetto della Regione Matteo Cozzani, accusato di corruzione elettorale, con l'aggravante di aver agevolato l'attività del clan Cammarata. Sotto indagine anche Mauro Vianelli, presidente dell’Ente Bacini, Roberto Spinelli, figlio dell’imprenditore Aldo, Venanzio Maurici (sindacalista della Cgil), Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa.

L'inchiesta è nata più di 4 anni fa quando il governatore Giovanni Toti finì sotto il controllo di Bankitalia per alcuni finanziamenti considerati operazioni sospette dai funzionari preposti al controllo, facendo così partire gli accertamenti della Guardia di Finanza.