A cura della Redazione

«Con sommo rammarico dell'Amministrazione comunale la statua del maestro Mitoraj è stata prelevata da Piazza Bartolo Longo. Il sindaco e tutto il Governo cittadino hanno dato ampia collaborazione e disponibilità affinché l'opera venisse collocata davanti alla Casa comunale. Purtroppo il curatore della mostra ha individuato nuovi spazi dove collocare la scultura, diversi da quello concordati».

Questa è la secca e triste dichiarazione rilasciata dal primo cittadino di Pompei, Nando Uliano, dopo che la scultura monumentale “Hermanos” del maestro Mitoraj ha lasciato il centro moderno per essere collocata sul viale delle Ginestre che si trova lungo l’Auditorium degli Scavi di Pompei.

Finisce così, con un’altra "sconfitta" (e brutta figura) per l’Amministrazione comunale di Pompei un sotterraneo (ma non troppo) conflitto di poteri tra direzione della Chiesa e ceto politico dirigente della città.

Ricordiamo che la statua monumentale fu collocata per iniziativa congiunta di alcuni responsabili dell’esecutivo pompeiano in piazza Bartolo Longo, davanti alla facciata del Santuario. La Chiesa fece immediatamente notare che l’occupazione di quello spazio avrebbe potuto costituire un intralcio alle numerose cerimonie religiose già programmate (anche perché è l’anno del Giubileo della Misericordia). Non vi fu riscontro, nei fatti, all’invito dell’Arcivescovo a spostare la statua. Seguì l’intervento diretto del dirigente della Polizia di Stato del locale Commissariato, Angelo Lamanna.

E' stata così stata decisa la rimozione della prestigiosa opera proprio in concomitanza con la manifestazione del Giubileo delle Scuole, che ha visto riversarsi in piazza Bartolo Longo circa tremila ragazzi degli Istituti del territorio.

Il problema è che il trasloco della scultura è stato operato senza concordare con il Comune una nuova collocazione sostitutiva nell’ambito del centro moderno. Le dichiarazioni del sindaco Uliano fanno intendere che il responsabile dell’atelier Mitoraj (Luca Pizzi) ha deciso di trasferire la scultura all’interno del Parco archeologico senza neanche spiegare i motivi della sua scelta.

Non è la prima volta, e neanche l’ultima, che il ceto dirigente di Pompei riceve affronti del genere, senza essere tenuto nella dovuta considerazione nel contesto complessivo delle diverse Istituzioni che operano sul territorio tra le quali primeggiano due particolarmente autorevoli: il Santuario della Madonna del Rosario e la Soprintendenza archeologica di Pompei.

Il dibattito civile che si rinnova da anni (quando si aprono nuovi capitoli di confronto) è sempre lo stesso. Alla fine si tratta di arroganza da parte dei poteri forti nei confronti di una classe dirigente che non riesce a farsi rispettare o della sua inadeguatezza rispetto a problematiche fuori dalla sua portata? E’ una questione antica, ma sempre attuale, che nessuno è mai riuscito a risolvere a Pompei.           

twitter: @MarioCardone2

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