A cura della Redazione

Ricerca dell’unità, rispetto per le diversità. La fede in Gesù Cristo e in San Paolo come punti d’incontro tra i cattolici, gli evangelici e gli ortodossi.
 

Dal 18 al 25 gennaio, nelle chiese cristiane, si celebra l’Ottavario, ovvero “la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani". Don Ciro Esposito, parroco della chiesa di Santa Teresa di Gesù di piazza Cesàro a Torre Annunziata, spiega l’importanza di questo evento. 

«Un frutto del rinnovamento conciliare grazie la quale è possibile ritrovare un cammino di unità con i fratelli evangelici e ortodossi, che sono due espressioni del cristianesimo separate dalla chiesa cattolica».

Don Ciro illustra poi le convergenze tra la chiesa cattolica, gli evangelici e gli ortodossi. «Si usa il termine di “fratelli separati” quando si parla di evangelici e ortodossi, perché abbiamo in comune il credo di Nicea-Costantinopoli e il battesimo trinitario di acqua. Queste confessioni si denominano cristiane perché queste accettano Gesù come figlio di Dio, morto e risorto per la nostra salvezza».

Successivamente illustra in cosa consiste in conncreto la settimana di preghiera. «L’Ottavario prevede momenti di preghiera in comune. Però si preferisce celebrare l’eucarestia separatamente in attesa del giorno in cui tutti potremmo bere in un unico calice - dichiara ancora Don Ciro -. Dobbiamo camminare insieme manifestando ciò che ci unisce ed individuare quello che ci separa rispettando le altre tradizioni. Un antico detto della chiesa dice “In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas“ (Unità delle cose necessarie, libertà delle cose dubbie, in tutte le cose l’amore, ndr). Quindi - conclude - in base a questo adagio si ricerca l’unità partendo dal basso, non solo dall’alto, cercando di creare un’opera sinergica e combattendo affinché non si vedano come nemici chi la pensa diversamente da noi. Il punto comune è la fede in Gesù».

Don Ciro continua sviscerando il significato di unità parlando del documento ecumenico “Unitatis Reintegratio” del Concilio. «Non ha fatto altro che rispondere alla domanda di Gesù nel Getsemani, affinché i cristiani siano una sola cosa perché il mondo creda. La ricerca dell’unità è una necessità impellente per la chiesa. La chiesa cattolica insegna che tutti i fedeli battezzati sono incorporati ad essa, anche se poi ci sono ragioni che impediscono altre comunioni».

All’evento erano presenti dieci parroci di dodici parrocchie, con il forte contributo di mons. Raffaele Russo per la Diocesi di Noola. Per la Diocesi di Napoli, invece, hanno partecipato i sacerdoti dello Spirito Santo ed Immacolata, San Francesco di Paola e Maria SS della Neve. Tutti e cinque i diaconi della zona ecclesiastica torrese, insieme al pastore della chiesa luterana e molti esponenti della chiesa evangelica.

«Recentemente è stata aggiunta da Giovanni Paolo II la preghiera che celebra l’amicizia ebraico-cristiana il 17 gennaio - ci dice Don Ciro -. Fermenti ecumenici che privilegiano i rapporti tra gli intercristiani e l’ebraismo, non escludendo l’attenzione all’Islam. Quest’Ottavario - conclude don Ciro - è stato scelto di celebrarlo in questo periodo perché il 25 gennaio si festeggia la conversione di San Paolo, che è un simbolo di forte unità per le tre comunità religiose cristiane».