A cura della Redazione
E’ passata alla storia come la più grande tragedia che Torre Annunziata abbia mai conosciuto: tremila senzatetto, 450 feriti gravi, tantissimi feriti lievi ma, soprattutto, 54 vittime innocenti. Questo è il resoconto di quel maledetto 21 gennaio 1946, una data che i torresi non dimenticheranno mai, quella dello “scoppio dei carri”. Era da poco finita la guerra e gli Alleati andavano smantellando i loro arsenali. Il materiale bellico inglese ed americano fu trasportato con 27 carri merci nella stazione marittima di Torre Annunziata. Da qui sarebbe stato caricato sui barconi per essere distrutto successivamente in mare. Bombe, proiettili, munizioni, residuati di guerra inesplosi andarono ad occupare, così, la banchina merci della stazione marittima nell’attesa di essere smaltiti. Ma il pericolo era in agguato. Già tre giorni prima di quel tragico 21 gennaio, vi era stato uno scoppio accidentale di proiettili che aveva causato la morte di tre prigionieri tedeschi. Settantadue ore dopo si consuma l’inimmaginabile: quindici vagoni carichi di munizioni (in realtà si crede siano stati molti di più) scoppiano intorno alle sei del pomeriggio. Pochi minuti e un altro scoppio. Ma il peggio deve ancora accadere: una terza tremenda deflagrazione “ha dato l’impressione di squassare la città fin dalle fondamenta”, raccontano le testimonianze del tempo. La gente si riversa per le strade, in cerca di un ricovero, il panico comincia a diffondersi. Una pioggia di calcinacci, schegge, infissi divelti invade letteralmente le strade. Iniziano a contarsi i primi feriti e, purtroppo, anche i morti. Centinaia di edifici lesionati e sventrati, la maggior parte delle abitazioni rese inagibili, interi quartieri distrutti. Arrivano i primi soccorsi ad opera della Croce Rossa, del comune di Napoli e delle autoambulanze alleate. Ben presto si mette in moto la macchina degli aiuti: viveri, medicamenti, cibo, coperte, oltre a medici e soldati. Il 27 gennaio, a sei giorni dalla tragedia, l’allora Presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, giunge in visita a Torre Annunziata, nei luoghi della catastrofe, esprimendo il suo dolore e quello dell’intero popolo italiano. Tra le testimonianze dell´epoca, c´è anche quella del Generale Paolo Punzoni, citata nel libro "Parla Vittorio Emanuele III". «21 gennaio 1946. Un treno carico di esplosivo si è incendiato nei pressi della stazione di Torre Annunziata causando molti morti e ingenti rovine. Si parla di 13 ferite, di 500 feriti e di un miliardo di danni. Le esplosioni sono state quattro, l´ultima è stata terribile. Anche Villa Maria Pia, nonostante la distanza, ha tremato nelle fondamenta. 22 gennaio 1946. Stamane, improvvisamente, Sua Maestà la Regina Elena ha deciso di andare a visitare i feriti del disastro di Torre Annunziata che si trovano ricoverati negli Ospedali di Napoli. L´ha accompagnata il Tenente Colonello De Buzzaccarini insieme alla con la Contessa Jaccarino». Sessantaquattro anni dopo, l´Amministrazione comunale ricorda l´evento tragico con la celebrazione di una messa in suffragio delle vittime, che si terrà alle ore 18 presso la Basilica della Madonna della Neve. A seguire, verrà deposto una corona di fiori nei pressi della lapide che ricorda l´accaduto. Alle ore 19,30, invece, al Centro sociale di via Castriota, verrà proiettato il video "Immagini della memoria" a cura di Vincenzo Marasco. Ci sarà inoltre lo spettacolo "Immagini, suoni e parole della memoria" del Trio Kalusy. Nella foto, un’immagine della stazione marittima dopo lo scoppio