A cura della Redazione
Il Savoia è in serie D. I calciatori torresi ottengono la matematica promozione grazie al pareggio con il Napoli Sanità per 1-1. I bianchi vanno in vantaggio con Salvatore Montaperto nella prima frazione di gioco. La rete del pareggio è stata messa a segno da Diego Armando Maradona jr, figlio del Pibe de Oro. Pareggia anche il Gladiator, fermato sul 2-2 dallo Stasia Soccer. Resta così immutato il distacco di sei punti tra le due compagini e, mancando una gara al termine del campionato, la promozione in D viene conquistata con un turno d´anticipo. La formazione allenata da Pasquale Vitter potrà festeggiare il traguardo raggiunto sabato prossimo dinanzi ai propri tifosi (a cui anche oggi è stata inibita la trasferta), quando al Giraud di Torre Annunziata si giocherà l´ultima partita del torneo di Eccellenza contro il San Sebastiano. Promossi, come dieci anni fa, e – proprio come dieci anni fa – sembra essere usciti dall’inferno. Allora come ieri, reduci da una cancellazione e da una resurrezione dalle ceneri del nulla: è la storia del Savoia, è la storia di noi torresi, eternamente precari illusi dalla gioia di una promozione in serie B e poi costretti a ripartire da zero. Che la festa cominci, visto che quella sul campo è stata negata. Sono due campionati che le vittorie vengono vissute dai tifosi a intermittenza: in casa sì, in trasferta no; con un trattamento da appestati che vorremmo tanto dimostrare ingiusto. E’ stata un’occasione sprecata per il calcio: se la partita deve essere una festa, la partecipazione popolare è irrinunciabile. Solo il Savoia, in questi tornei puntualmente snobbati dai paesani di centri ben più piccoli di Torre, garantisce presenze sufficienti a rendere uno stadio caloroso come dovrebbero esserlo tutti, in qualsiasi categoria. Festeggeremo in casa, tributando ai nuovi eroi lo stesso trattamento che riserviamo sempre ai vincitori. Gloria dunque al capitano Ottobre, al cannoniere Montaperto, a tutti quelli che anche per un solo minuto in una sola partita hanno partecipato a questa marcia trionfale. Compreso Ianniello, uno che dieci anni fa c’era, ponte ideale tra il passato e il futuro. Ma c’è un altro legame, molto stretto, tra le due ricostruzioni: questo Savoia nasce da una scommessa fatta proprio nei giorni della grande delusione, una sfida lanciata a chi pensava non si potesse e non si dovesse ripartire da zero, ma tagliare il percorso, evitando qualche curva per arrivare subito in Eccellenza. Pasquale Vitter e i soci fondatori dell’Atletico incassano oggi il premio con un sospetto che ci prende nel momento della festa: se avessimo avuto più fiducia in loro, nella loro capacità di organizzare un progetto e di realizzarlo, forse i tempi sarebbero stati dimezzati. Non saremmo passati attraverso cento padroni, improbabili amarcord e un altro fallimento. E ora il futuro. Che cosa ci riserverà? Torniamo in serie D, un campionato nazionale nel quale è trascorso il maggior tempo del nostro passato calcistico. Le inevitabili riforme del calcio professionistico renderanno questo torneo ancora più competitivo. Il Savoia e i suoi tifosi sono pronti a festeggiare ancora. MASSIMO CORCIONE