A cura della Redazione
Savoia, prime difficoltà. Il terzo pareggio consecutivo, senza reti, tra Coppa e campionato ha fatto suonare i primi campanelli d’allarme sulla gestione tecnica della squadra. Convincono poco, infatti, le generiche scuse di Paolo Anastasio sulle ultime prestazioni. “Non siamo ancora in condizione, bisogna lavorare”. Anastasio è uomo d’esperienza, per questo è stato chiamato a Torre. Ciò che afferma è da allenatore ancora giovane. Poi su quelle che sono le scelte c’è poco da commentare, anche se sembra strano vedere un atleta come Semplice, reduce da due ottimi campionati di D con Savoia e Turris, relegato in tribuna, domenica scorsa, nonostante stesse bene. Forse è arrivato il momento di fare chiarezza e far emergere eventuali problematiche perché, lo abbiamo già sottolineato più volte, il Savoia non è certo squadra che può permettersi un campionato anonimo. Anastasio e Pascale lo sanno benissimo, anche perchè mai come accaduto in questa stagione, hanno potuto costruire la rosa come hanno voluto. Ed è giusto che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Ma se l’aspetto agonistico sta vivendo un fase delicata, non è certo sereno il comparto societario. Le dimissioni di Angellotti dalla carica di presidente costituiscono un atto formale, visto che la maggioranza delle quote sociali e, quindi, i poteri effettivi di firma sono nelle mani di Giuseppina Serra. Inoltre, i dissidi tra i “soci-tifosi” che si sono registrati nei giorni scorsi creano un’atmosfera sicuramente non positiva e che potrebbe portare a qualche defezione. Se a questo aggiungiamo le dimissioni dell’addetto stampa, Giovanni Caracciolo, che finora, ha assicurato la massima professionalità informando in maniera imparziale e puntuale tutti gli organi di stampa, è giusto aprire un’ampia riflessione sul momento che sta vivendo il Savoia. Una conferenza stampa “chiarificatrice” di tecnico, direttore sportivo e dirigenti sarebbe auspicabile, ma ci aspettiamo non parole di circostanza. Tanto per capirci, non intendiamo partecipare alle “farse” come tutte quelle organizzate da Angellotti durante lo scorso campionato. Proprio alla luce di tutto ciò, la città, la tifoseria continuano ad allontanarsi, allo stadio (o di quello che rimane del distastroso Giraud), i presenti si contano in poche decine. E questo la dice lunga sui sentimenti di una tifoseria ancora confusa e dubbiosa. Chiarire adesso, prima che sia troppo tardi, è l’invito-appello che rivolgiamo alla dirigenza. Ed è evidente che in tutto questo risulta quanto mai anacronistico parlare di calcio giocato. Purtroppo, vinti dagli eventi, siamo costretti a trattare argomenti che con lo sport hanno poco a che fare. RODOLFO NASTRO (dal periodico TorreSette del 9/10/2009)