A cura della Redazione
Il destino gli ha tirato un brutto scherzo. La sconfitta nella finale playoff del Gela contro il Pescina è come sgomitare in piena area di rigore senza beccare il pallone, finito in fondo al sacco... Pasquale Esposito (nella foto), però, ha le spalle larghe abbastanza per attutire i colpi proibiti della sorte e lanciarsi d´anticipo sul futuro che, a 29 primavere e con un accordo biennale nel cassetto, si chiama Paganese. La stella azzurra campeggia sul petto, laddove batte il cuore di un gladiatore degli ultimi venti metri, che alla vita va incontro petto in fuori e con lo sguardo fisso sulla palla. Anche in tackle, se necessario, perchè quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. "Tornare a Pagani - ammette durante una pausa dopo gli allenamenti intensi del precampionato - è stato importante. Sono molto orgoglioso di vestire ancora la maglia di una squadra nella quale ho militato nel recente passato. Una piazza che mastica calcio di livello ed è supportata da una tifoseria molto calorosa e vicina al club". Fare bene, anzitutto. Niente promesse, né proclami illusori. Da buon marcatore, sceglie il pragmatismo dei fatti alla retorica delle parole. "Il nostro obiettivo è disputare una stagione che possa regalare soddisfazioni a tutto l´ambiente seguendo le indicazioni del nostro allenatore. Di più non sarebbe giusto dire, quello che possiamo garantire è il massimo impegno. Sempre". Torneo strano: calendario alla mano, il vessillo paganese si recherà anche dalle parti della Padania e dovrà sudare per non restare intrappolato nelle "gabbie" dei lumbard. "Faccio un sorriso quando - aggiunge Esposito - mi sento dire che misurarsi contro formazioni del Nord è più ´semplice´. Forse non c´è la stessa pressione che aleggia sui campi del Sud, ma buona tecnica e organizzazione fanno la differenza ovunque". Fratelli d´Italia, l´inno del calcio non conosce divisioni territoriali. Peccato per le rivalità esasperate che, spesso, sfociano in atti di violenza. Da uomo di calcio, da sportivo e sostenitore dell´Aicovis, Pasquale Esposito fornisce un assist prezioso all´Associazione capitanata dal presidente Rosario Iannucci. "La violenza negli stadi - continua ancora il giocatore -, purtroppo, fa capolino sempre. E questo mi dispiace molto perché rovina una grande festa, un bel momento di aggregazione come può essere una partita di calcio". Le armi per combattere un fenomeno dilagante? Semplici, ma con interventi decisi. Un po´ come spazzare l´area e stoppare gli attaccanti. "Anzitutto - prosegue Esposito - noi che del rettangolo verde siamo i protagonisti, siamo chiamati a dare il buon esempio. Va bene l´agonismo, passino pure i contrasti duri ma tutto dovrebbe svolgersi all´interno di una cornice di fair play e di rispetto per l´avversario. Poi, occorre diffondere tra i ragazzi una cultura dello sport che esalti i valori dell´amicizia contro ogni forma di razzismo. So che questo è il cavallo di battaglia dell´Aicovis e il sottoscritto è orgoglioso di montare in sella accanto all´Associazione e all´Unicef, altro pezzo da novanta della squadra allestita con tanta passione e solerzia dal presidente Iannucci". Team pronto alla prossima sfida: il Festival del Calcio in tour nella regione Campania, a partire dalle grandi piazze del calcio regionale. Tappa dopo tappa, per arrivare sul palcoscenico della A grazie alla preziosa collaborazione di Napoli, Juventus, Milan, Inter, Roma e Fiorentina. MAURIZIO DE SANTIS