A cura della Redazione
Il Savoia è in attesa di conoscere il proprio futuro. E’ passata un’altra settimana e, nonostante incontri, proposte e tentativi vari nulla di concreto è stato fatto. Le basi da cui ripartire restano ancora verbali, pertanto tutto è ancora possibile. Savoia in D, in Eccellenza o fermo un anno? Queste le tre alternative che si sovrappongono e tengono in tensione un’intera tifoseria. Resta in piedi la possibilità di acquisire il titolo del Sant’Antonio Abate, con il patron Mascolo che sembra aver abbassato le pretese di circa un terzo; c’è poi la pista Cannavacciuolo che dopo aver visto tornare al mittente il titolo sportivo che lo scorso anno aveva trasferito da Gragnano a Pozzuoli, non sembra intenzionato a fare calcio nella cittadina del comprensorio stabile a causa di difficoltà con l’amministrazione comunale per reperire uno stadio. Quello di Cannavacciuolo è, però, un titolo di Eccellenza con la possibilità che possa trasformarsi in titolo di serie D, alla luce della probabile domanda di ripescaggio che la Puteolana (la cedente il titolo) potrebbe inoltrare al Comitato Interregionale, avendo perso la finale play out. Quasi tramontata, invece, l’ipotesi di un passaggio del titolo sportivo dell’Atletico Savoia. Troppi mugugni, troppe incertezze sul futuro e sulla gestione hanno indotto a mettere da parte l’idea sponsorizzata dal sindaco Starita e basata sull’oculatezza gestionale della società presieduta da Pino Caiazzo. Ma in questo momento voglia di ricominciare e vincere e gestioni limitate non riescono a trovare un punto d’incontro. Resta poi il titolo d’Eccellenza di Vincenzo Angellotti. Nessuno vuole più l’ortopedico, artefice del disastro tecnico ed economico della scorsa stagione, così tutte le alternative puntano ad altre soluzioni. Ad Angellotti, a questo punto, non sarebbe rimasto altro che tentare di cedere il titolo altrove. Si parla insistentemente di Boscoreale, con la cittadina vesuviana interessata a ricominciare a fare calcio dall’Eccellenza. Tornando al Savoia c’è anche da riflettere sul possibile interesse di “torresi” esportati al grande calcio che, avendo a cuore le vicissitudini della squadra della propria città, potrebbero intervenire per salvare una passione centenaria. Fare nomi non è nostro costume, ma si tratta di una ulteriore pista che si sta sondando anche perché, considerata la delicata problematica in corso, tutto rischia di saltare se viene trasferita sotto i riflettori. RODOLFO NASTRO