A cura della Redazione
Se bastasse il silenzio stampa... Dover fare un bilancio di questo primo scorcio di campionato appare quanto mai complesso. Il Savoia del nuovo corso, quello “risorto” dalle ceneri della parentesi Giannatiempo, con tanti proclami di oculata gestione, programmazione e costruzione di una squadra pronta a sorprendere, almeno finora, non ha mantenuto alcuno di questi impegni. La situazione societaria e tecnica vanno ad articolarsi in una matassa che non riesce ancora a sciogliersi. la società I tanto annunciati (tutti sanno i loro nomi!!!) e mai presentati nuovi soci sembrano aver chiuso il proprio portafoglio per alcune difficoltà burocratiche che non hanno ancora permesso il reale passaggio di quote alla nuova dirigenza. Ma, da quanto risulta dalle visure camerali in data 01 agosto 2008 Giuseppina Serra e Vincenzo Angellotti hanno rilevato, con atto notarile, il 100% dalla Giannrent di Luigi Giannatiempo, venendo così nella piena ed assoluta titolarità della società stessa. Pertanto c’è da capire il perché l’effettiva composizione della nuova società non sia stata ancora ufficializzata. lo stadio Dolente nota nella vicenda è l’indisponibilità del Giraud. I lavori di adeguamento e riattazione dell’impianto che, dopo l’inaugurazione nove anni fa non ha mai subito lavori di manutenzione, neanche ordinaria, cadendo così nel più assoluto degrado, procedono a passo di lumaca. L’impegno dell’Amministrazione comunale a rendere lo stadio disponibile per il 19 ottobre è, ormai, una chimera, così il Savoia si vede costretto ad elemosinare uno stadio in tutta la regione, circostanza davvero poco edificante, causata dalla pessima gestione delle Amministrazioni susseguitesi in questi anni. la questione tecnica Tanti, troppi giocatori annunciati e mai acquistati. Da inizio agosto è un continuo susseguirsi di nomi che sembrano lì lì per firmare, poi un intoppo improvviso e tutto salta. La lista sarebbe lunghissima: da Formidabile a Tatomir, da Malafronte a Bevo e Incoronato, con Speranza, ultimo sogno. Una empasse tecnica alla quale l’inesperto direttore sportivo Ciro Raimondo non sembra trovare soluzione, nascondendosi, anche lui, dietro l’immobilismo societario, così come ha fatto il tecnico Mauro Agovino, che dopo l’ultimo, deludente, pareggio in campionato, si è sfogato affermando: “Questo è il materiale che ho a disposizione, di più non posso fare”. Uno scaricabarile generale, dalla dirigenza, al direttore sportivo, all’allenatore, che di certo non sta portando a nulla di buono. La tanto proclamata programmazione è semplice utopia in questa fase. il campionato Ed in questo susseguirsi di accuse reciproche la squadra è in zona retrocessione. Una sola vittoria, due pareggi e due sconfitte costituiscono uno score preoccupante. I giocatori che stanno dimostrando impegno, danno il massimo ma è evidente che la questione societaria influenza e non poco la situazione. Per un’amara ironia i giocatori che dovrebbero essere gli assoluti protagonisti sembrano comprimari, si parla troppo poco di loro, tutta l’attenzione è per le vicende societarie. Così non va. il silenzio stampa E come se non bastasse ecco che la società, nel giorno in cui tutti attendono la convocazione della conferenza stampa per la presentazione dei nuovi soci, così come aveva promesso appena cinque giorni prima, il presidente Vincenzo Angellotti, proclama il silenzio stampa. Bocche cucite alla stampa senza ragione. Evidentemente le difficoltà cui i dirigenti non riescono a dare risposta sono tali da voler evitare il contatto con i mezzi di informazione pronti ad informare i tifosi seriamente preoccupati. Tra le righe hanno infastidito alcune fughe di notizie sulla “grana” stipendi e la leggerezza di parte della stampa nell’affrontare il problema Giraud (il nostro settimanale lo scorso numero ha dedicato uno speciale sulla grave problematica dell’impiantistica sportiva a Torre, compreso il comunale). Ma la mancanza dello stadio non può e non deve diventare l’alibi assoluto. Le colpe dell’Amministrazione sono sotto gli occhi di tutti e di certo la società non può prescindere dallo stadio per fare calcio. Ma non dimentichiamo che nella centenaria storia del Savoia in altri casi i bianchi hanno dovuto fare a meno del Giraud. E, guarda caso, proprio nelle due ultime occasioni si sono registrate le promozioni dall’interregionale alla C2 e dalla C1 alla B. E questi sono fatti. RODOLFO NASTRO