A cura della Redazione

«Stasera mi sento un uomo libero». E’ proprio vero, caro Dario! Sei riuscito a trasmettere a tutti i presenti a Villa Albatros un’idea di città libera e possibile. E non solo per te e quelli che sovrappongono disabilità e quotidiano, ma anche per i cittadini che sperano di ritrovarsi, al risveglio dai sogni che durano da troppo tempo, in un territorio semplicemente normale. Nella tua presentazione a candidato al consiglio comunale di Torre Annunziata hai radunato intorno a te persone che avevano riposto la politica nella bacheca delle entità astratte. Da ieri sera, probabilmente, molte di loro hanno deciso di recuperare un’idea onesta di gestione della collettività.

Hai detto: «Certamente a 21 anni sono molto giovane e inesperto in confronto a tanti candidati che da tempo sono in politica, ma a me piacciono le sfide e credo che con la mia determinazione, grinta, onestà intellettuale ed entusiasmo possa portare una ventata di novità alla nostra città tanto bella quanto “addormentata”».

Sul primo concetto di questa affermazione permettici di dissentire: non esiste un’età anagrafica per chi riesce a raccontare la verità come te! Torre Annunziata ha bisogno del tuo spessore culturale, delle tue capacità, della tua tenacia, della tua caparbietà. Valori assolutamente latitanti in un panorama politico non solo locale dove il podio delle priorità è occupato da “altre” tipologie di esigenze. Un’idea individualistica, privata, soggettiva della gestione della cosa pubblica che solo Uomini come te sono in grado di combattere. Hai concluso così: «Mi piacerebbe riuscire a riportare Torre Annunziata ai fasti di un tempo che conosco solo attraverso i racconti dei miei nonni, a valorizzare il patrimonio geografico, artistico e culturale che le appartiene. Sono convinto che sia possibile farla risplendere, trasformarla in una città per tutti e di tutti. E da vivere a colori». Come si fa a non condividere tanta sapienza?

(nella foto, da sinistra Roberto Azzurro, Giosuè Starita, Vincenzo Ascione, Dario Ricciardi e Raffaele Ricciardi)

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