A cura della Redazione
Verso un grande Partito Democratico a Torre Annunziata? E’ questo l’interrogativo che circola negli ambienti politici. E una risposta, positiva o negativa al quesito, dovrà arrivare nei prossimi giorni. Perché l’ex maggioranza incalza il sindaco Giosuè Starita a ritornare ad una giunta politica, ed il Pd non può ancora stare sugli spalti a guardare. Ma se vuole scendere in campo ha bisogno di farlo con una squadra forte, per poter vincere la partita. Ecco il motivo per cui il Partito Democratico, che attualmente conta solo due consiglieri comunali, deve sciogliere i propri dubbi, rompere gli indugi e prendere l’iniziativa per aggregare tutte le forze politiche che si riconoscono a livello locale e nazionale nel Pd, pur essendo per ora “sparpagliati”. Infatti, guardano con interesse al partito di Renzi, con l’intenzione di aderirvi, non solo i Progressisti e Democratici e gli ex Italia dei Valori, ma anche gran parte di Centro Comune ed alcuni consiglieri che potrebbero furiuscire da partiti o provenienti da liste civiche. Se si riunissero nel Pd tutte queste forze, il Partito Democratico si trasformerebbe in una vera e propria corazzata che indicherebbe la rotta da seguire al resto della flotta. E vicino al timone ci sarebbe il primo cittadino, anch’egli riavvicinatosi da qualche mese al Pd. Si potrebbe, così, ricostruire il centrosinistra a Torre Annunziata ed imprimere una svolta all’attività amministrativa fino al termine della consiliatura, fissato nel 2017. Nascerebbe, di conseguenza, una nuova giunta politica in cui magna pars degli assessori sarebbero espressione di un Pd rinvigorito e rafforzato enormemente dal sostegno di una decina di consiglieri comunali. In tal modo il popolo del Partito Democratico, diviso alle urne circa due anni fa, ritornerebbe unito nelle istituzioni cittadine. E potrebbe guidare il cambiamento, imprimendo una forte accelerazione al governo locale verso la realizzazione delle tante progettualità che riguardano lo sviluppo di Torre Annunziata. Se, però, il Pd perdesse questa occasione unica nella storia politica della nostra città, farebbe un errore gravissimo che lo relegherebbe in un angolo, in una posizione subordinata ed insignificante, per i prossimi anni. Qualora, invece, imboccasse la strada giusta e facesse nascere, anche se “in vitro”, un nuovo e grande Pd, dovrebbe subito affrontare una questione spinosa e necessaria: la presenza o meno nel centrosinistra e nella giunta di Centro Democratico. Una formazione politica uscita vincitrice dalle ultime elezioni comunali, diventando il primo partito, ma con la quale è sempre stato in rotta di collisione. Lo dimostrano anche gli ultimi avvenimenti politici, con il duro botta e risposta tra Lello Ricciardi, capogruppo dell’attuale Pd, e Ciro Alfieri, ex assessore “forte” della giunta Starita e leader di CD di cui è anche responsabile provinciale per gli Enti Locali. Uno scambio di critiche ed accuse che ha reso incandescente il clima personale e politico tra i due. Pertanto, sarà ribadita la pregiudiziale del Pd verso l’ex Api, da qualche mese confluita in Centro Democratico sotto l’ala protettrice del parlamentare Nello Formisano? Il partito di Alfieri, per intenderci, sarà accettato a pieno titolo nell’esecutivo politico che (eventualmente) nascerà o ci sarà l’ostracismo anche del “nuovo” Partito Democratico al suo ingresso? E in tal caso, il sindaco Starita sarà pronto ad accettare il diktat del Pd verso l’esclusione dall’esecutivo del suo principale sponsor politico degli ultimi anni? Saranno questi i due nodi da sciogliere, prima di procedere nella direzione di un nuovo assetto politico ed amministrativo. Ma l’importante è fare un passo alla volta. E il primo sarà quello della nascita di un grande Pd. Siamo, così, ritornati al punto di partenza del nostro ragionamento. Senza il quale, però, non ci potrà essere un punto di arrivo... SALVATORE CARDONE (dal settimanale TorreSette del 14 febbraio 2014(