A cura della Redazione
Si riparte da zero, dopo poco più di un anno dal reinsediamento del sindaco Starita. Con un comunicato di oggi pomeriggio, il primo cittadino di Torre Annunziata azzera la Giunta, manda a casa i sette assessori e si propone di iniziare un nuovo percorso politico-amministrativo. Con quali forze politiche? Con le stesse della sua maggioranza, come egli stesso ha tenuto a sottolineare nel comunicato, “ma anche coinvolgendo tutti quelli che hanno a cuore le sorti della Città”. Una sorta di appello "agli uomini di buona volontà". Non abbiamo letto le motivazioni di questa decisione politica, ma alcune riflessioni vanno fatte. Innanzitutto, cosa si prefigge Starita revocando le deleghe a tutti i suoi sette assessori? Un cambio di qualche pedina all’interno della Giunta non avrebbe senso, perché sarebbe stato più facile fare un semplice rimpasto. Un cambio di maggioranza, il cosiddetto ribaltone, non è ipotizzabile sia perché nel comunicato il sindaco parla di “un confronto aperto con le forze politiche di maggioranza”, sia perché Pd e Centro Comune hanno sempre dichiarato che non sosterrebbero mai un esecutivo targato Starita. L’unica novità nel panorama politico-istituzionale è stata la fusione in un unico gruppo consiliare dei “Progressisti e Democratici” (ex Pd), che hanno sostenuto fino ad una decina di giorni fa Starita, e “Diritti e Libertà” (ex IdV), collocati sin dall’inizio all’opposizione. Ed allora proviamo a fare alcune ipotesi. La prima è che il sindaco Starita sia rimasto insoddisfatto e deluso di questo primo anno del suo nuovo mandato e pertanto chiederebbe alle forze politiche alleate un cambio di passo, un vero rilancio dell’azione amministrativa. Quindi via tutti gli assessori di prima nomina e porte aperte a facce nuove, purché competenti e con un minimo di esperienza politica. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella di mantenere in vita qualche assessore, ma effettuare un rimescolamento di deleghe tale che nessuno possa detenere deleghe già avute in passato, per evitare il consolidamento di “orticelli” personali. L’ultima ipotesi è quella di escludere dalla nuova coalizione qualche forza politica responsabile della tenuta della maggioranza. Tutte ipotesi verosimili a meno che il sindaco non voglia aprire una nuova stagione con donne e giovani all’interno dell’esecutivo da lui presieduto. Certo è che l’ultimo azzeramento effettuato da Starita nel giugno del 2010 portò ad un vero e proprio tsunami politico–amministrativo. Fuori dalla giunta Pd, IdV e Sel (partiti che avevano sostenuto il sindaco alle elezioni); spaccatura nel Pd, con cinque consiglieri comunali che fuoriuscirono dal partito; ingresso in giunta di UdC e Orgoglio e Dignità (partiti inizialmente oppositori di Starita). Ma al di là delle varie ipotesi prospettate, non dimentichiamoci che tutt’ora pende sull’amministrazione comunale la spada di Damocle della Commissione d’Accesso. Un eventuale decreto di scioglimento porterebbe al vero azzeramento dell’amministrazione, con ricadute negative non solo nei confronti della città ma per la stessa classe politica che ha governato in questi ultimi anni.