A cura della Redazione
E’ ormai una “guerra” a colpi di carte protocollate, quella che vede contrapposti il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, ed il capogruppo consiliare di Centro Comune, Enzo Sica. I due, che si sono contesi la poltrona di primo cittadino alle elezioni comunali del maggio scorso, non lesinano attacchi reciproci. L’oggetto del contendere è rappresentato dall’emergenza criminalità che in questi primi mesi del 2013, caratterizzati da omicidi e blitz delle forze dell’ordine, è tornata prepotentemente al centro del dibattito politico. Ma andiamo con ordine. Il 12 marzo scorso, Centro Comune redigeva una nota con la quale chiedeva la convocazione di un Conislgio comunale monotematico per affrontare l’emergenza criminalità a Torre Annunziata. Nel documento venivano criticati aspramente il sindaco e l’assessore alla Sicurezza, Giuseppe Auricchio. Il primo, secondo la lista civica, «costretto ad ammettere l’evidenza di una escalation criminale, va alla ricerca di un alibi improbabile e scarica le responsabilità sull’assuefazione della cittadinanza agli episodi di violenza e sulla mancanza di indignazione». Mentre Auricchio, «forse dimentico di aver smesso i panni del poliziotto per vestire, da sei anni a questa parte, quelli del superassessore, c’illumina su come la repressione da sola non basti, ma intanto invoca, pateticamente, i soliti “più uomini e più mezzi” per “blindare” la città. Ma ciò non era forse già avvenuto in precedenza? Magistratura e forze dell’ordine non avevano forse già fatto la loro parte, conseguendo risultati brillanti e decimando, di fatto, i clan? Non erano stati forse proprio Starita e Auricchio a sostenere, tentando di compartecipare ai meriti, che Torre aveva sconfitto il suo grande Male e aveva l’opportunità di risorgere? A chi, se non all’Amministrazione comunale, toccava coniugare con la repressione la prevenzione e la ricostituzione di un sano tessuto sociale? A chi toccava fornire risposte e speranze a quei giovanissimi a rischio per un futuro diverso dalla militanza malavitosa?». A distanza di una settimana, il 19 marzo, il sindaco Starita ha replicato alle accuse inviando una nota protocollata al presidente del Congilio comunale, ai consiglieri e agli assessori. Nella missiva, Starita, rivolgendosi al «rappresentante di Centro Comune (Enzo Sica, ndr)» parla di «interventi tristi e ripetitivi, ricchi solo di ingiurie e contumelie che nulla hanno a che vedere con la politica. Che non rientrano nell’ordinaria dialettica maggioranza-opposizione». Starita difende poi l’operato di Auricchio, «un uomo che ha dato prova di sé nella lotta alla camorra. L’impegno di questi anni dell’Amministrazione comunale contro la camorra, grazie soprattutto al contributo dell’assessore Auricchio, è stato netto, incondizionato e senza paura», scrive ancora il primo cittadino. Che poi passa al contrattacco, ponendo una serie di domande allo stesso Sica: «Nei sette anni in cui ha ricoperto la carica di direttore generale del Comune, come mai non ha provveduto al licenziamento dei dipendenti comunali condannati per reati di camorra, pur in presenza di un espresso obbligo di legge? Nel verificare le liste elettorali che lo sostenevano, non si è accorto che risultava candidato chi, più che impegnato a raccogliere voti, era dedito al traffico internazionale di droga? Una dimenticanza? Una distrazione? O cos’altro?», concludeva il sindaco. La replica di Sica non si è fatta attendere, e con una nota dell’8 aprile scorso, il capogruppo di Centro Comune rincara ulteriormente la dose. «Dispiace rilevare che, tendenzialmente, Lei - scrive Sica rivolgendosi a Starita - strumentalizza anche la posizione dell’assessore Auricchio con comode argomentazioni. L’assessore Auricchio ha ricoperto la carica, senza soluzione di continuità, fin dalla data del Suo insediamento e, all’occorrenza, rilascia legittimamente interviste e dichiarazioni agli organi di stampa. Pertanto egli deve essere disponibile alla critica ed al confronto. Molto semplice! Nessuno disconosce, come era chiaro nel documento di Centro Comune, le competenze maturate, le attività che l’assessore ha svolto in precedenza e l’esperienza che egli mette a disposizione. Semmai il problema è suo per aver chiesto, nel corso di questi anni, all’assessore Auricchio di divenire, di fatto, complice della incapacità amministrativa, dimostrata da Lei e dalla Amministrazione che rappresenta. Quindi, per cortesia, eviti queste mielose difese!». Sica prosegue poi nel suo j’accuse: «Gli effetti disastrosi che oggi stiamo vivendo in questa città, sono anche il risultato delle cause prodotte da Lei e dalla Sua Amministrazione, abbiamo il dovere di non perderle mai di vista, pur constatando il Suo spasmodico impegno a tentare di cancellarle. Sul tema della criminalità organizzata, per il quale ritiene di essere depositario di tutte le verità, la invito ad un pubblico confronto, anche in occasione di un Consiglio Comunale monotematico. Se è vero, come è vero, che magistratura e forze dell’ordine svolgono correttamente il loro compito, in situazioni di grande difficoltà operativa e logistica; se è vero, come in parte è vero, che la Sua Amministrazione ha lavorato per la prevenzione e se mi consente, aggiungerei il mondo dell’associazionismo, le parrocchie, le parti sociali; che cosa è mancato a questo ingranaggio per renderlo virtuoso? E’ mancata la forza politica ed amministrativa per creare occasioni di sviluppo e di crescita, oltre che occupazionali. E’ mancata la forza di attrarre investimenti privati sul territorio. E’ mancata la forza e la capacità di creare strumenti di partenariato pubblico-privato. E’ mancata la forza di completare procedimenti già avviati. E’ mancata la forza di garantire interventi infrastrutturali. E’ mancata la forza di essere rappresentativi nei livelli sovracomunali. E’ mancata la capacità e la volontà di costruire un’organizzazione dell’Ente Locale che fosse veramente in condizione di supportare tutto ciò, sia pure tra le mille contingenti difficoltà ed emergenze. Ed a chi spettava il compito, per volontà popolare, di realizzare tutto ciò?», si chiede retoricamente Sica. Che, poi, pone una serie di interrogativi al primo cittadino: «Si è mai chiesto perché tutto ciò non avviene e non è avvenuto in città limitrofe? Si è mai chiesto quanti problemi ha risolto per i lavoratori espulsi dai cicli produttivi, da quando si è insediato? Si è mai chiesto quante occasioni sono state sfruttate, per garantire a questi lavoratori un futuro diverso? Si è mai chiesto quali incrementi occupazionali si sono registrati nel nostro territorio? Si è mai chiesto quante concrete risposte sono state offerte ai giovani per evitarne la fuga e quanti interventi strutturali sono stati realizzati? Si è mai chiesto perchè la Oplonti Multiservizi era stata posta in una condizione pre-fallimentare, sotto lo sguardo indifferente suo e dei rappresentanti della Sua Amministrazione, ed ancora oggi non si riesce ad individuare una soluzione futura? Si è mai chiesto come mai tutti i lavoratori legati alla ex-Officine Torresi, ancora oggi non riescono a trovare una ricollocazione? Si è mai chiesto perché i lavoratori della ex-Metecno non riescono a trovare soluzione alla loro situazione di precariato, nonostante si sia insediata da anni un’azienda in quella medesima area? Si è mai chiesto quanti imprenditori sono stati attratti dalla Sua Amministrazione in questo territorio nel corso di questi anni? Mi consenta di dirle che quella che lei perpetra è solo arroganza politica, tracotanza, prevaricazione, ma sostanzialmente tutto ciò nasconde un grande vuoto. Assenza assoluta di contenuti, inaffidabilità organizzativa e di “leaderschip”, incapacità a svolgere un ruolo di pianificazione e di programmazione. Questa città sta morendo e Lei, a mio avviso, ne è il maggiore colpevole. Quindi è lei che deve chiedere scusa all’assessore Auricchio per averlo coinvolto in questa nefasta gestione amministrativa, ove egli non sia stato cosciente complice politico». In conclusione, la stoccata finale. Sica, in riferimento al suo presunto «immobilismo» denunciato dal sindaco circa la «pulizia» dagli uffici comunali e dalla sua sua lista di personaggi non trasparenti, intende affidare la risposta «a quanto sarà riportato nella querela-denunzia che sarò costretto a riproporre alla Autorità competente».