A cura della Redazione
Montano i pali per le luminarie e la gente si sente sollevata: la festa ci sarà. Scompare il rammarico, la disperazione, l’angoscia che ci avevano colpiti solo una settimana addietro. A nessuno viene da chiedersi cosa è successo, chi e come ha realizzato il miracolo, quello che fino a meno di una settimana fa ci aveva sorpreso annunciando l’impossibilità, causa difficoltà economico e mancanza di fondi, di mettere insieme l’organizzazione della festa patronale e la realizzazione delle manifestazioni ad essa collegate: luminarie, fuochi pirotecnici, spettacoli musicali, annessi e connessi. Che sorpresa, ma quanto sono bravi! Ma come faranno a tirare fuori dal “manicone” tante bacchette magiche, tanti assi da giocare a tempo debito... (debito? Mi ricorda qualcosa? Una minaccia o una promessa? O una possibilità ancora una volta spesa alle nostre spalle?). Intanto i pali si moltiplicano lungo il Corso, con non pochi problemi per il traffico urbano (non ho mai capito perché queste operazioni non possono svolgersi nelle ore notturne o alle prime ore del mattino) e cominciano a posizionarsi le prime bancarelle sui marciapiedi. Anche questo è un arcano inspiegabile: queste bancarelle, benché sembra siano il cuore della festa popolare, disposte così come le abbiamo sempre viste sui marciapiedi, tolgono visibilità ai negozi sacrificando la possibilità dello shopping che nella circostanza sarebbe una panacea per il nostro commercio. Né ho mai sentito la voce delle Associazioni del settore in merito. Non capisco a questo punto a cosa servono associazioni di commercianti e/o sindacati. La logistica andrebbe determinata e coordinata prima dell’arrivo in ordine alle esigenze della città e della festa. I giovani per la circostanza andrebbero coinvolti nelle verifiche e nei controlli e il Comune si sgraverebbe di un carico impacciante. Zone affollate e altre abbandonate, come quelle illuminate e non, senza la solita retorica disfida tra nord e sud: la festa è di tutti e per tutti. Tutti devono goderne con pari opportunità: in fondo i soldi sono di tutti quelli che si spenderanno per questa festa. Arriveranno anche le giostre? Dove le alloggeranno? Dal momento che lo spazio ad esse storicamente dedicato è stato preso d’assalto da recinzioni e fabbricati abusivi o che paiono tali, mi chiedo proprio dove saranno ospitate, se torneranno ancora. Ultimo, ma non ultimo, va ricordato che ormai di piazze, degne di questo nome, non ne abbiamo più. Piazza Cesàro è stata invasa da un marciapiedi centrale che serve solo a fare da sponda a soste selvagge di auto ed è occupato da aiuole (???). Piazza Nicotera è ormai il parcheggio dei vigili urbani: sembrano pochi in servizio ma hanno molte macchine in sosta in quell’area. Altrettanto potremo dire della stessa Piazza Giovanni XXIII antistante la Basilica della Madonna, centro della festa, un grande parcheggio per di più abusivo (ah, dimenticavo questa è l’area sud dove la legge non ha ingerenza). Avete osservato che dal Carmine in giù è tutto “autogestito”? Non c’è regola e nessuno che faccia rispettare almeno il buonsenso. Tutto il tratto dalla chiesa del Carmine al Metropolitan è a parcheggio selvaggio, anche davanti al Municipio. Poi, dopo piazza Nicotera, la strettoia creata dal ponteggio di un palazzo pericolante non vieta a nessuno di ostruire lo scorrimento del traffico come normalmente succede da quel punto e oltre fino alla Cuparella (via San Francesco di Paola). Avrebbero diritto anche al passaggio della processione? In quel caso sono certo che ognuno si farebbe carico di liberare il passaggio e rimuovere ogni possibile ostacolo. Ma questo resta compito di mons. Raffaele Russo che gestisce la funzione religiosa e il percorso della processione. Sono certo che quella parte della cittadinanza che attraverso nuove e vecchie associazioni si sta facendo carico di tante encomiabili iniziative, profonderà propri sforzi per partecipare alla riuscita di una festa cui la città non può e non vuole rinunciare, e questo lo sa bene l’Amministrazione comunale e la sua compagine. BERNARDO MERCOLINO (Dal settimanale TorreSette del 5 ottobre 2012)