A cura della Redazione
Chi mastica un po di economia sa che il livello dellinflazione è strettamente correlato alla quantità di moneta in circolazione. Più si spende, più linflazione, ossia laumento generalizzato dei prezzi, tende ad aumentare.
Il livello raggiunto dal tasso di inflazione oggi si attesta al +3,3%. Un andamento, quindi, inconcepibile e totalmente discordante con landamento dei consumi delle famiglie, in netto calo, secondo le previsioni, persino in occasione delle festività natalizie.
Ancora una volta, lunica spiegazione plausibile per una simile crescita dei prezzi, è lesistenza di forti volontà speculative. Il nuovo Governo dovrebbe allora intervenire con urgenza avviando seri controlli e verifiche sullandamento dei prezzi, così da arginare, almeno in parte, la drammatica perdita del potere di acquisto delle famiglie. Una perdita che, secondo quando stimato dai dati emersi in questi giorni, equivale, per ogni famiglia a reddito fisso, alla rinuncia alla spesa alimentare per un mese.
Ma non ci sono solo gli aumenti dei prezzi a determinare forti impatti sul potere di acquisto delle famiglie. Anche le manovre varate dal precedente Governo hanno fatto la loro parte.
Secondo i calcoli dellO.N.F. (Osservatorio Nazionale Federconsumatori) la convergenza tra ricadute inflazionistiche e ricadute della manovra economica comporterà un crollo del potere di acquisto delle famiglie, solo per questanno, di 1.621 euro, con catastrofiche ricadute sul versante dei consumi e, quindi, della produzione.
Alla luce di questa gravissima situazione è necessario che il Governo intervenga ristabilendo, prima di tutto, lequità e rilanciando lo sviluppo. A pagare non dovranno essere sempre e solo i soliti cittadini: le risorse per la ripresa andranno ricercate attraverso una decisa lotta allevasione fiscale, taglio ai costi della politica, tassazione sui grandi patrimoni e sulle rendite finanziarie.
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Se lItalia sta versando lacrime e sangue, Torre Annunziata ha già da tempo prosciugato le condotte lacrimali e il plasma nelle vene. Circa trecento lavoratori in cassa integrazione e mobilità; poco meno del 50 per cento di giovani disoccupati rispetto alla forza lavoro; commercio sempre più in crisi a causa della riduzione della domanda dei beni di consumo; accisa comunale sui consumi elettrici raddoppiata; tassa sulla spazzatura alle stelle. E questo il quadro deprimente della nostra città, dove lamministrazione comunale tira a campare ed opera più in proiezione delle prossime elezioni comunali che nelleffettivo interesse generale dei cittadini.
ANTONIO GAGLIARDI
(dal settimanale TorreSette del 23 dicembre 2011)