A cura della Redazione
Pubblichiamo il testo integrale della lettera inviataci dall´ex vicesindaco di Torre Annunziata, Tommaso Solimeno (nella foto), tirato in ballo da Michele Del Gaudio nel suo esposto presentato al Prefetto di Napoli in cui l´ex magistrato chiede lo scioglimento del Consiglio comunale oplontino. Ill.mo Direttore, ritengo doveroso commentare l’articolo del 7 agosto che dà conto dell’istanza del dott. Michele Del Gaudio, avente ad oggetto lo scioglimento del Consiglio Comunale di Torre Annunziata. Ho stima e rispetto per Michele Del Gaudio, ne apprezzo il rigore morale, la determinazione e la serietà. Ho letto le sue riflessioni e non esito a giudicare in gran parte fondate le sue valutazioni ed auspicabili le sue conclusioni. Tuttavia, non posso fare a meno di rilevare - per quel che mi riguarda - una grave inesattezza. Non ho né ho mai avuto procedimenti penali, né civili né amministrativi in materia di abusi edilizi. Mai. Per quella o per altre materie o vicende. Mai. Ogni diversa affermazione è falsa. Non ho nulla da nascondere e, quindi, non ho problemi a rendere noto che dimoro in un immobile (non di mia proprietà) per il quale è stata avanzata istanza di sanatoria. Credo che non si possano addebitare a me attività compiute da altri: non ho dubbi che la cultura giuridica di Del Gaudio contempli tali principio. Questa è la realtà. Mi preme precisare anche che ho militato nel Ppi, nella Margherita e nel PD, ho seguito il percorso politico/organizzativo dei cattolici democratici con coerenza, nutro disprezzo per i trasformisti ed i ribaltonisti: non ho mai cambiato partito né mai lo farò. Sono stato consigliere comunale dal 2000 al gennaio 2007; Vice Sindaco all’inizio di questa consiliatura sino all’azzeramento della Giunta, necessità da me fortemente sostenuta. Non ho esitato a rinunciare a significative funzioni in nome di una battaglia ideale e politica, condotta dal mio partito, quando mi è apparso chiaro che la deriva trasformista avanzava pericolosamente, come è stato evidente con la Giunta – papocchio; ciò nonostante ho conseguito alcuni buoni risultati: alcuni portati avanti (costone di rampa Nunziante, piazza Ilardi, pubblica illuminazione), altri, purtroppo, rovinati nel periodo successivo (penso, ad esempio, al progetto di rifacimento della Villa Comunale). Nella mia vicenda politica ho certamente commesso errori di cui sono consapevole; di sicuro, oggi, avrei atteggiamenti diversi su alcune questioni: l’individuazione dell’attuale sindaco, la fiducia concessa a formazioni “localistiche”, la sottovalutazione del peso che hanno le storie personali e giudiziarie di taluni soggetti politici. Ho l’onestà di riconoscere gli errori e di guardare negli occhi chi critico. Non ho scheletri nell’armadio. E’ tanto vero ciò che non solo ho aderito con entusiasmo alla nuova stagione del Pd ma ne sono – lo dico con umiltà – un convinto protagonista. Ho condiviso il rigore e la trasparenza che hanno contraddistinto le linee e le azioni, i giudizi e le iniziative di Porcelli prima e di Telese oggi. Una linea di rigore e trasparenza che è piantata sul terreno del conflitto politico e programmatico ma che, come nel caso dell’ing. Orrico, quando il limite della decenza è superato non può che ricorrere alla Magistratura affinché si faccia piena luce, al Prefetto per le necessarie procedure ispettive. Sono un giovane cattolico-democratico che ha già una notevole esperienza, che ha tanto entusiasmo e buone idee per la città che ama e per la quale vuole continuare a spendersi. Per queste ragioni Le chiedo ancora un po’ di spazio per annunciare la mia volontà di candidarmi alle primarie per la scelta del candidato sindaco. Nella prima riunione che terremo annuncerò questa volontà nella speranza che l’organismo dirigente vorrà convergere sulla mia figura. Lo chiedo con umiltà ma anche con tanto orgoglio. A Torre, dopo Tangentopoli, si sono alternati tre sindaci: Cucolo, Monaco e quello attuale. Tutti provenienti dal medesimo filone culturale: se fossimo in Germania sarebbero stati tre esponenti della SPD (i Socialdemocratici tedeschi, ndr). E’ giusto che riprenda a sventolare la bandiera del cattolicesimo democratico sullo scranno più alto della nostra comunità? E’ giusto non confondere quei valori con gli ultimi brandelli di storia drammatica e difficile della Dc? E’ giusto affidare ad un giovane la responsabilità di rappresentare quei valori? Sono queste le domande che porrò al mio partito. Senza iattanza e senza ultimatum. Ma convinto che la nuova stagione che il Pd e la città dovranno vivere, dopo questi mesi bui e inquietanti, possa avere una guida dinamica, giovane ma esperta, democratica che tenterà di ricollegarsi alla tradizione dei grandi sindaci di ispirazione cattolica che Torre ha avuto negli anni ’60. Spero di farcela. Con l’aiuto di tanti amici e con l’aiuto di Dio. Tommaso Solimeno Già vicesindaco di Torre Annunziata