A cura della Redazione
L´anima per così dire "bersaniana" del Pd di Torre Annunziata critica il metodo della scelta operata dal sindaco Giosuè Starita riguardo la nomina di Francesco Cacace quale assessore in quota MpA all´interno dell´esecutivo cittadino. Di seguito, il testo a firma della Mozione Bersani. La nomina, nella Giunta di Torre Annunziata, di un nuovo assessore (l´avv. Francesco Cacace dell´MpA, ndr) – fermi restando il valore umano e professionale della personalità prescelta che esulano dalle obiezioni qui esposte – costituisce una legittima prerogativa del Sindaco che, tuttavia, andava esercitata in un quadro di confronto e condivisione con il suo partito e le forze politiche della maggioranza. Come è evidente, il tema oggetto delle nostre valutazioni non è, in questo momento, il merito della scelta quanto, piuttosto, il metodo adottato, atteso che nel documento approvato dal centrosinistra e da “Mpa” nel luglio u.s. sono stati definiti i confini della maggioranza (che vengono ora, invece, estesi e modificati) ed indicate, per i partiti che non si riconoscono organicamente nel centrosinistra, le possibili modalità di impegno. Sulla base dell’ispirazione contenuta nel documento richiamato vi è stato in Consiglio Comunale, a novembre, per la prima volta, il voto unanime di tutti i consiglieri iscritti al Pd: un risultato ascrivibile a quell’iniziativa. E’ chiaro che il carattere delle decisioni, assunte a luglio dalla maggioranza, é tutto politico; il che non esclude che in quella stessa sede si possa procedere ad ulteriori approfondimenti collegiali e, persino, a radicali modificazioni: è, invece, inaccettabile che quelle decisioni possano essere, in modo unilaterale, spazzate via. Inoltre, è utile ricordare che a metà dicembre, la Direzione Regionale del Pd ha stabilito che nei circoli privi di organismi dirigenti si terranno, nel giro di qualche settimana, i congressi come, peraltro riportato ampiamente dalla stampa. In questo orizzonte la scelta compiuta dal Sindaco sembra preludere (o confermare?) a propositi di marginalizzazione del ruolo dei partiti per ridare spazio a forme improprie ed irrituali di relazioni tra singoli consiglieri, sub-coalizioni e gruppi. Rispetto a ciò va preso in considerazione un atto forte e significativo: le dimissioni degli Assessori indicati dal Pd. Questa sarebbe la strada maestra. Tuttavia, una scelta di tale rilievo e delicatezza, assunta senza il concorso degli organismi dirigenti del partito, presenterebbe le stesse contraddizioni ed i medesimi limiti della contestazione rivolta al Sindaco: una decisione adottata senza un preventivo confronto con il Pd (e priva della necessaria concertazione con le altre forze del centrosinistra). Pertanto, sulla base di queste considerazioni, è ragionevole e corretto che gli Assessori indicati dal Pd considerino la possibilità di mantenere nella loro azione un legittimo profilo critico sino allo svolgimento del Congresso cittadino del PD (che si terrà a metà gennaio, come deciso dalla Direzione provinciale del 20 dicembre u.s.). Alla luce di quanto esposto, non saranno fugaci colloqui napoletani a compensare il deficit di confronto democratico emerso. Il Pd dovrà offrire un nuovo orizzonte programmatico, una nuova geografia dei bisogni, ci sono sfide fondamentali – il risanamento sociale e la rigenerazione urbana, la Zona Franca, le politiche di sviluppo ed il sostegno al reddito tanto più necessario in quelle fasce sociali colpite sia dalla crisi sia dalle indispensabili azioni repressive – alle quali bisognerà saper attendere. Il Congresso dovrà servire anche a questo e dovrà anche sciogliere un equivoco sui rapporti nella coalizione sul quale sono maturati troppi ritardi. Il Pd ha l’ambizione di essere il fulcro dell’alleanza di centrosinistra e di sconfiggere l’antipolitica. Un Pd unito; oltre ogni legittima diversità ed ogni naturale pluralismo interno. Un Pd unito tra tutte le componenti: tutte. Un Pd che contrasterà con forza e determinazione derive antipolitiche, di sovrapposizione tra attività amministrativa e funzioni proprie dei partiti, che non tollererà l’attività di costante conflitto, di contrapposizioni e di lacerazioni che da un lungo periodo qualche forza politica mette in campo: un atteggiamento che mette a repentaglio la funzione di guida del Pd e che, purtroppo, gode, in alcuni frangenti, anche della complicità di segmenti del nostro partito che inseguono il miraggio di funzioni amministrative presenti e future. Anche a queste energie proponiamo un nuovo inizio, una nuova unità, a cominciare da quella del Gruppo Consiliare che va convocato nella sua integrale composizione. E’, ormai, giunto il momento di intraprendere una strada nuova, di rimettere al centro della nostra iniziativa la politica intesa come arte alta e nobile da svolgere nell’interesse della nostra comunità, sulla base di una rinnovata tensione etica e di una forte volontà di cambiamento, guardando al futuro insieme a tutte le forze del centrosinistra e senza preclusioni, previa discussione collegiale, verso quelle formazioni che escludono esplicitamente di essere parte dell’alleanza di centrodestra. La Mozione Bersani di Torre Annunziata