A cura della Redazione
Il Pd torrese può imboccare la strada giusta. La dimensione qualitativa e numerica delle iscrizioni al partito (quasi 1200), pur non avendo cancellato la pagina nera del 22 giugno, ha segnato una positiva inversione di rotta. La partecipazione alle primarie del 25 ottobre – per dimensione quantitativa (quasi 1800 cittadine/i) e per le composte ed esemplari modalità di afflusso – è un fiducioso segno di cambiamento, nonostante qualche residuo e deprecabile Bsconfinamento. La vittoria netta di Bersani (oltre il 73% per l´assemblea nazionale) e quella ancor più esaltante di Amendola (quasi l’83% per i rappresentanti regionali) indicano senza equivoci una possibile maggioranza composta dalle due grandi aree che hanno sostenuto i candidati (“Campania con Bersani” – uscita vincente dal confronto – e “Bersani verso il futuro”). Tuttavia, la sovrapponibilità delle dinamiche regionali alle vicende locali non è affatto scontata. Per quanto riguarda “I Riformisti” resta confermato l’auspicio di pervenire - attraverso il limpido confronto congressuale, che si terrà nel prossimo mese - a convergenze politiche e programmatiche fondate su: 1) la costruzione di un partito aperto, libero, colto, presente sul territorio che ha un rapporto dialettico e non subalterno con il potere municipale; 2) una nuova agenda delle cose da fare partendo da tre punti irrinunciabili: • la sicurezza, la trasparenza e la legalità come condizione per l’agire economico, sociale e politico/amministrativo: • il mare come motore dello sviluppo; • la formazione come veicolo della civiltà; 3) una rinnovata intesa nel centrosinistra, nel quadro di un corretto e positivo rapporto istituzionale con altre forze chiamate a svolgere primarie funzioni di garanzia; 4) la rimozione di contraddizioni etiche che contravvengono principi sottoposti al corpo elettorale; 5) lo sforzo per recuperare una dimensione autorevole della politica. Le proposte avanzate da sedicenti partiti di sinistra di apertura verso forze di centro e di centrodestra mostrano il carattere strumentalmente fungibile delle collocazioni e svelano l’inaccettabile rimozione di ogni rigore e coerenza; 6) il dialogo con forze che altrove costituiscono potenziali interlocutori non può prescindere dal giudizio sulla loro natura e fisionomia specifica, su un determinato territorio. L’opacità può essere di destra, di centro o di sinistra. “I Riformisti” auspicano che i prossimi giorni possano essere utilmente spesi per avviare una trasparente fase istruttoria che consenta al dibattito congressuale di poter disporre di analisi, proposte e documenti che siano frutto di elaborazioni collettive e progressive, senza inutili primogeniture, capaci di suscitare prima, nel centrosinistra e poi, nell’intera comunità un dibattito di merito sul futuro civile ed economico della città. I RIFORMISTI