A cura della Redazione
Quelli di via Maresca. Così vengono definiti, negli ambienti politici, dal nome della strada (che però è una traversa) dove hanno la loro sede gli esponenti di Svolta Democratica e Progressista. Un gruppo eterogeneo, del quale fanno parte due consiglieri comunali iscritti al Partito Democratico, Ciro Portoghese e Pierpaolo Telese, uno ex Pd che ha aderito a Sinistra e Libertà, Andrea Fiorillo, e un altro, già sindaco di Torre, che attualmente è indipendente, Luigi Monaco. A loro si affiancano altri che sono stati segretari di partito, consiglieri comunali o assessori come Lello Ricciardi, Agostino Popolo, Giuseppe Gallo, Luigi Carillo, Francesco Porcelli, un sindacalista come Corrado Manzo, donne e rappresentanti della società civile come Licia Accardo, Francesca Napolitano e Mirella Del Gaudio. E abbiamo solo citato il “nocciolo duro” di questo gruppo politico, ma ci sono tanti altri aderenti a Svolta Democratica e Progressista. Insomma, al loro interno c’è un concentrato di capacità, competenze ed esperienze che potrebbe essere utile, oltre alla politica, anche all’amministrazione comunale. Invece, subito dopo l’inizio della sindacatura di Giosuè Starita hanno assunto, per una serie di valutazioni politico-programmatiche, una posizione di forte scontro, in particolare contro la giunta, anche per giudizi non positivi espressi su qualche componente dell’esecutivo. Attraverso manifesti, interviste o articoli sui giornali ed interventi in Consiglio comunale, hanno esternato la loro dura opposizione al sindaco, alla sua squadra di governo e alla maggioranza consiliare che li sostiene. Senza considerare che i consiglieri del Pd hanno scelto “l’Aventino” rispetto al loro partito, non prendendo parte alle riunioni del gruppo consiliare. Così come non hanno più riconosciuto, dopo le dimissioni del commissario Aldo Cennamo, gli organismi dirigenti del Partito Democratico cittadino. E, per di più, non hanno condiviso, anzi hanno contrastato, certi “ammiccamenti” della maggioranza verso forze politiche che non appartengono al centrosinistra, come l’UdC e l’MpA, le quali avevano iniziato una marcia di avvicinamento all’amministrazione Starita, esternatasi soprattutto in occasione dell’approvazione del bilancio preventivo. Tutto ciò fino alla svolta, che non è stata altro che un’inversione di rotta, del 31 luglio scorso, quando con un documento politico-programmatico la maggioranza ha deciso il ritorno al centrosinistra originario, ad una giunta ad otto e ad un programma che rilanciava fortemente quello iniziale di Starita, con alcune e notevoli novità positive. Da allora, e ancor più dopo la formazione della nuova giunta, nella quale è rientrata l’Italia dei Valori con il suo massimo esponente, il capogruppo Antonio Gagliardi, la posizione di Svolta Democratica e Progressista è parzialmente cambiata. Non più toni molto accesi e attacchi personali, ma pacati ragionamenti e valutazioni che sembrano delle timide aperture al nuovo corso. Certo, le posizioni non sono state unitarie ed univoche, ma differenziate e articolate anche in base all’appartenenza politica delle tre componenti consiliari che animano il gruppo di Svolta Democratica e Progressista. Infatti, mentre Monaco sembra mantenere una posizione di opposizione ferma all’amministrazione Starita, e Fiorillo si è allontanato da quella maggioranza insieme alla quale aveva firmato il documento del 31 luglio, Portoghese e Telese hanno assunto una posizione più cauta, che potremmo definire di “aspettativa”. Non è un caso che Ricciardi, vicino a questi ultimi, pur riconfermando le sue critiche alla nuova giunta Starita, ha ammesso che dei passi in avanti sono stati fatti, anche se esistono ancora delle forti differenziazioni. Insomma, Svolta Democratica e Progressista è passata da una guerra di trincea, dove “si sparava addosso al nemico appena mostrava la testa”, ad una situazione di guerriglia alternata a momenti di armistizio. Anche se la pace, almeno per gli esponenti del Pd che ne fanno parte, potrebbe essere dietro l’angolo, dopo il congresso cittadino di questo partito che si terrà a novembre. Sarà quello il momento della verità, ma già dalla riunione del Consiglio comunale del prossimo 29 settembre, durante la quale dovrà essere approvato il bilancio consuntivo, si incomincerà a capire qual è il vero orientamento di questo gruppo politico, se di scontro o di apertura, e se differenziato o unitario nelle sue tre componenti. Certo, l’auspicio sarebbe quello che tutti insieme avessero un’apertura di credito verso l’amministrazione Starita, valutando atto per atto il suo operato. Potrebbe così essere l’inizio della ricomposizione di una frattura inziata nel 2007 e che oramai dura da oltre due anni. Sarebbe nell’interesse del centrosinistra che, finalmente, vedrebbe riunite “le migliori energie” per dare un maggiore impulso all’amministrazione della città e alla risoluzione dei problemi di Torre. SALVATORE CARDONE (da TorreSette di venerdì 25/09/2009)