A cura della Redazione
Il Partito Democratico scende in campo, indossa con autorevolezza la fascia di capitano e segna il primo gol! Infatti i primi passi che sta muovendo vanno nella direzione di un ritorno all’alleanza di centrosinistra che nel 2007 propose, appoggiò e fece vincere Giosuè Starita. E i segnali di una “distensione” in atto sono significativi e visibili. Gli incontri bilaterali promossi dal Pd, preparatori ad un interpartitico, sono stati finora condotti avanti senza prevaricazioni e preclusioni, rispettando le idee delle altre formazioni politiche del centrosinistra. E anzi addirittura affrontando non solo criticamente ma anche autocriticamente alcune questioni, sempre con spirito costruttivo ed unitario. Certo, la strada di una “pacificazione” generalizzata tra le varie forze del centrosinistra è ancora lunga e irta di ostacoli e non è detto che tutti intendano percorrerla con decisione e senza pregiudiziali. Ormai, però, “il dado è tratto”. Anche se, giustamente, il Pd ha posto il problema di incominciare a discutere di programma e non di organigramma. E’ solo partendo dalle “cose da fare” che si potrà trovare un’unità di intenti nell’interesse della città, senza procedere in ordine sparso e ognuno in direzione diversa. Affrontare le problematiche legate al lavoro, alla sicurezza, al risanamento urbanistico ed ambientale, alla vivibilità e alla realizzazione dei progetti approvati ed in itinere è prioritario ed indispensabile. Solo su una precisa piattaforma programmatica si potrà basare un discorso e un percorso politico condiviso fino alla fine della consiliatura comunale. E i partiti del centrosinistra potranno così ricreare quell’intesa che c’è stata soltanto all’inizio e che è, purtroppo, venuta a mancare nel corso di questi due anni. Successivamente, però, sarà necessario anche procedere ad un nuovo assetto dell’esecutivo, rappresentativo dei partiti che condivideranno questo nuovo corso che si sta delineando. E, al riguardo, la proposta del Partito Democratico (che è la stessa avanzata già tempo fa dall’Italia dei Valori e da altri consiglieri dell’opposizione di centrosinistra) è stata quella di azzerare la giunta e di ritornare al centrosinistra originario, pur senza escludere un appoggio da parte di qualche partito del centrodestra che però sia aggiuntivo e non sostitutivo dei partiti che nel 2007 si coalizzarono per far vincere Starita. L’obiettivo che dovrebbero porsi le forze politiche, però, è anche, se non soprattutto, quello di formare una squadra di governo della città sempre più all’altezza della situazione e nella quale siano presenti altre competenze ed esperienze, capaci di imprimere una vera svolta. Cosa che fino adesso è in parte mancato. Ma non basta. La città ha bisogno di risposte straordinarie ad una situazione di grave difficoltà che si riscontra innanzitutto sul piano occupazionale, un problema senza la cui risoluzione non c’è futuro per Torre. E vanno affrontati con decisione ritardi che si registrano nell’attuazione di progetti e di scelte utili per diminuire spese e per non gravare troppo sulle tasche dei cittadini. Si aprirà la fase due dell’amministrazione Starita, quella che dovrà concretizzare la rinascita della città? I cittadini lo sperano, perchè da essa dipende il destino di Torre. Ma per raggiungere questo obiettivo ognuno dovrà fare la sua parte, rinunciando ad oltranzismi, scontri personali e prevaricazioni per far prevalere solo ed esclusivamente gli interessi della città. SALVATORE CARDONE