A cura della Redazione
Con le elezioni ormai alle porte ritorna alla ribalta il tema Europa. Quella che è stata, a giusta ragione, definita “la più grande idea del dopoguerra”, rappresenta oggi una Istituzione fondamentale per la vita politica ed amministrativa dei cittadini dei Paesi membri come l’Italia. La nostra nazione è stata, insieme a Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo tra i Paesi fondatori della Comunità Europea ed ha beneficiato in modo rilevante di un grande sviluppo sia economico che infrastrutturale. Il processo di evoluzione del concetto Comunitario, con la liberalizzazione dei mercati e l’abbattimento delle barriere doganali ha incoraggiato, nel tempo, sempre più nuove adesioni da parte di importanti Stati europei. L’allargamento, che dal 1951 ad oggi ha visto l’adesione di ben 27 Stati, oggi affronta la sfida più ardua: l’integrazione economica, politica e sociale di una comunità che sfiora i 500 milioni di “abitanti”. Ed è proprio il concetto di Cittadinanza che si afferma, nonostante le resistenze avanzate dagli interessi dei singoli Stati, aprendo le porte alla modernità. Fondata e, in seguito, affermatasi grazie al motore trainante dell’economia, oggi l’Europa affronta la sfida decisiva: tutelare ed esaltare i diritti sociali, politici ed ambientali dei propri cittadini. Da qui la prospettiva della stesura della Carta Costituzionale, pietra fondamentale per una vera e propria identità europea. L’ambizioso traguardo del quale l’Italia è stata protagonista sin dalla prima ora, ha richiesto e richiede uno sforzo straordinario da parte degli Stati membri: demandare una parte della propria sovranità ad una sovrastruttura istituzionale, quella dell’Unione Europea, capace di accogliere e vincere le sfide del nuovo millennio. Un processo di tale portata necessariamente ha richiesto una percorso difficile ma reso possibile dalla lungimiranza di attenti e preparati personaggi politici di primo piano. Non sempre, però, le istituzioni nazionali hanno fatto compiutamente la loro parte: se oggi troppi cittadini ignorano i principi e le procedure di atti fondamentali, come le Direttive ed i Regolamenti, che rappresentano uno strumento fondamentale per la crescita complessiva dell’Europa, queste gravi pecche pesano sulle Amministrazioni degli Stati membri. Non sempre, infatti, i cittadini dei Paesi membri sono informati da una adeguata rete di comunicazione nazionale (più attenta alle soap opera ed ai reality anziché alla informazione civica). Come possono i cittadini, non avendone conoscenza e coscienza, “sentire” l’Europa come una “propria” Istituzione? Con l’allargamento ai Paesi dell’Est, l’Unione Europea ha rafforzato i poteri di uno dei pilastri, insieme alla Commissione ed alla Corte di Giustizia, del suo assetto istituzionale, vale a dire il Parlamento, finora penalizzato rispetto agli altri due organi. Ciò a dimostrazione di quanto valga, nel perseguire l’obbiettivo dell’integrazione, la partecipazione del cittadino nel processo decisivo delle regole. Il futuro, dunque, non si può immaginare se non in “versione europea”. Sarà un futuro caratterizzato sempre più da una integrazione (non più procrastinabile) oltre che economica, soprattutto politica e sociale dell’Europa. La partecipazione del cittadino alla vita pubblica rappresenta il tassello fondamentale per lo status di cittadinanza europea. Nel Parlamento Europeo la rappresentanza politica è diversa dallo schema tradizionale dei nostri partiti: a confrontarsi, infatti, sono schieramenti politici che si ispirano più a scuole di pensiero tradizionali del Novecento (da una parte la scuola liberale e cattolica, dall’altra quella socialista democratica) che a interessi “di parte”. Quindi, il cittadino italiano, che negli ultimi tempi ha dimostrato una disaffezione eclatante nei confronti dei nostri partiti (diventati ormai “caste” lontane dai problemi della gente) ha un motivo maggiore per andare a votare per le Elezioni Europee: essere protagonista del proprio futuro. Infatti, scegliendo persone che, al di là della collocazione dei partiti, possano essere rappresentanti affidabili, seri e, soprattutto, preparati per la sfida del nuovo millennio, potrà costruttivamente decidere per la crescita e l’affermazione della Unione Europea. Una vera Europa delle Nazioni. ANGELO CASILLO