A cura della Redazione
Medici ai posti di blocco per i test sui guidatori La sperimentazione partirà nella notte tra venerdì e sabato della prossima settimana: medici e infermieri, in un´apposita unità mobile su strada in uno dei tanti posti di blocco organizzati dalle forze dell´ordine nel week end (sarà comunque al Nord), potranno effettuare test tossicologici e clinici per scoprire se il guidatore fermato ha fatto uso di droghe. Il ritiro della patente è assicurato se l´esito è positivo. L´iniziativa è del sottosegretario con delega alle politiche antidroga Carlo Giovanardi, che sarà presente all´esperimento. E si affianca all´altra novità prevista per l´autunno, cioé l´iniziativa sperimentale a Foggia, Verona, Cagliari e Perugia che renderà obbligatorio il test anti-droga per chi chiede il patentino o la patente, e al protocollo, inviato a fine luglio alla conferenza Stato-Regioni, che dichiara legge i test obbligatori per tutti i lavoratori a rischio, come ad esempio gli autisti di pullman e piloti di aereo. Una novità, quella dei test su strada, a cui si pensa da tempo - e già sperimentata in alcuni territori - ma che ha trovato una accelerazione dopo la tragedia di Anzio (Roma) dove un giovane che guidava sotto l´effetto di cocaina ha ucciso in un incidente stradale una donna incinta. "Tragedie evitabili - sostiene Giovanardi - se doteremo le forze dell´ordine di migliori metodi per poter accertare immediatamente, oltre alla presenza di alcol, anche la presenza di droghe nei guidatori". Allo stato attuale, infatti, le forze dell´ordine possono accertare direttamente sulla strada solo la presenza di alcol, attraverso l´uso di alcolimetri omologati, ma non è possibile altrettanto facilmente determinare sul posto se un guidatore, magari risultato negativo all´alcol (come quello della disgrazia di Anzio), abbia assunto droghe. Per fare questo, attualmente la polizia dovrebbe trasportare il guidatore in ospedale, con difficoltà logistiche e spreco di tempo. Sulla scia della necessità di trovare, dunque, "soluzioni immediate per affrontare e risolvere efficacemente questo problema", si è deciso di dare il via a una nuova forma di collaborazione tra forse dell´ordine e operatori sanitari delle Asl (in particolare dei Dipartimenti delle Dipendenze). L´intervento prevede l´utilizzo di unità mobili sanitarie, specie di piccoli ospedali da campo forniti di laboratori e ambulatori, e di postazioni territoriali - all´interno dei Dipartimenti territoriali - attivate in particolare durante le notti del fine settimana, allo scopo di poter eseguire immediatamente e vicino ai posti di blocco, tramite personale medico e infermieristico, gli accertamenti necessari. Il protocollo, spiega il direttore del Dipartimento Politiche Antidroga Giovanni Serpelloni, si basa su una positiva esperienza condotta in via sperimentale ormai da un anno su alcuni territori. Gli esami sono in primis di tipo tossicologico, cioé quello della saliva e dell´urina, che non richiedono l´assenso della persona, e quello del sangue se il guidatore dà il suo "consenso informato" (in pratica, se si rifiuta di far esaminare saliva e urina può incorrere in sanzioni, se dice no all´analisi del sangue non è perseguibile). Poi, si procede agli accertamenti clinici, con la visita di uno specialista e alcuni test di reattività per verificare l´idoneità alla guida. "Occorre uscire dalla logica dell´affidare la diagnosi solo ai test tossicologici - spiega Serpelloni - che in prima battuta possono anche essere negativi, come succede con alcune sostanze come l´Lsd, i funghi allucinogeni o alcune nuove sostanze. Tutti questi accertamenti messi insieme, invece, sono difficilmente contestabili". Dalla mezzanotte di venerdì 29 agosto alle 8 del giorno successivo, quindi, si valuteranno direttamente "su strada" questi nuovi metodi per osservarne l´efficacia, la sicurezza e l´esportabilità.