Senza il Savoia (fino a quando?) non ci resta che lui da associare al calcio, al grande calcio che non abita più qui: Torre Annunziata vestita d’azzurro ha il volto entusiastico di Ciro Immobile. È il nostro simbolo, l’orgoglio di una città che in Nazionale s’era vista rappresentata solo una volta da Salvatore Ciccio Esposito, quarantuno anni fa. Ciro è all’apparizione numero 15, e, anche se non è finita benissimo la partita con l’Irlanda, ha fatto sentire protagonisti pure noi che a Lille non siamo andati e che forse speravamo di vedere il nostro eroe di casa in coppia con Lorenzo Insigne e non impiegato nella staffetta più triste tra due amici veri. Le ha tentate tutte in campo, tra assist a Zaza e una conclusione personale. Tutto inutile, ma resta la certezza che Immobile c’è, come direbbe Guido Meda di Valentino.  

Visto in tv, Ciro Immobile somiglia a quei soldati dei tempi eroici che darebbero tutto per far vincere il proprio generale. Soprattutto ora che Antonio Conte, il condottiero dell’Armata Azzurra, gli ha dato grande fiducia, portandolo all’Europeo nonostante l’infortunio che ne ha condizionato fortemente il rendimento negli ultimi mesi del campionato. Rivelo una confidenza raccolta proprio dalla voce di Antonio Conte: “L’esperienza vissuta da Ciro all’estero con Borussia Dortmund e Siviglia lo ha reso molto più forte”.

Immobile – eravamo verso la fine della serie A – ancora non era rientrato nel Torino, ma il messaggio era chiaro: la Nazionale non avrebbe potuto fare a meno di lui. Con i miei colleghi ho puntato la mia credibilità su questa convocazione. Impossibile sbagliare se sai leggere negli occhi di un grande personaggio come Antonio Conte. Ma il meglio deve ancora venire. E questa non è una certezza, ma un pronostico da tifoso personale di Immobile. Abbiamo tutti sofferto con lui quando in Germania e in Spagna gli allenatori Klopp (a Dortmund) ed Emery (a Siviglia) continuavano a ignorarlo, abbiamo gioito quando a Torino è tornato il cannoniere che aveva vinto la classifica dei gol segnati a Pescara prima e con lo stesso Torino poi.

E per il futuro non è un dettaglio trascurabile la nomina di Ventura a successore di Conte: il prossimo cittì è stato l’allenatore che nelle squadre di club lo ha maggiormente valorizzato. Ma c’è un campionato Europeo da completare: prossimo appuntamento lunedì contro la Spagna. Quattro anni fa fu la finale, oggi vale tantissimo anche se sarà solo un ottavo di finale. Immobile c’è e Conte lo sa.

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