A cura della Redazione
Un pugno in pieno stomaco: fotografie come quella che pubblichiamo qui, sulla prima pagina di TorreSette, hanno un effetto deflagrante; viene da gridare allo scandalo, monta la voglia di urlare contro tutto e contro tutti. Ma, a costo di far salire oltremisura la vostra indignazione, io dico che quella foto è uno specchio che riflette la coscienza civile collettiva. Di tutti noi, nessuno escluso. Quei rifiuti in via Carlo III, in largo Macello, in via Andolfi o in via Torretta di Siena non sono stati lanciati da aerei nemici, ma indecentemente depositati da uno (da più d’uno) di noi, da cittadini torresi, magari mentre altri assistevano alla scena senza denunciare l’insopportabile sfregio al decoro e alla salute pubblica. Poi, giustamente, insorgiamo, accusiamo, processiamo, condanniamo: una escalation legittima che il primo atto mette in fortissima crisi. Sarà solo colpa della Prima Vera srl che non ripulisce la città o dell’Amministrazione comunale che non contesta la mancata pulizia? Certamente queste sono responsabilità evidenti, non contestabili, ma più che di nettezza urbana, qui si deve parlare di diseducazione civica. E anche questa è una responsabilità evidente, a carico di ciascuno di noi. I concetti di isola ecologica, di richiesta di rimozione per rifiuti ingombranti sembrano negati più che sconosciuti da una minoranza che continua a condizionare la nostra vita quotidiana, abbassandone la qualità a livelli infimi. Saranno pure tante minoranze - quella dei delinquenti, degli incivili, dei disobbedienti in genere – ma ci avvelenano l’esistenza quanto i miasmi della monnezza esposta in strada quando il calendario non ne prevede la raccolta. Ma qualcosa chi governa la città potrebbe farlo: una forza d’intervento che punti a cogliere sul fatto gli incivili, per esempio. Una ronda anti-immondizia, insomma, organizzata con la collaborazione di chi deve garantire l’ordine pubblico. Anche questo è un fronte di guerra, per la civiltà contro la barbarie. Una crociata alla quale avrebbe partecipato anche Giancarlo Siani, un anti-eroe laico al quale il Liceo ha intitolato la palestra ricostruita. Un’associazione simbolica quella tra una palestra e Siani: sentiamo tutti il bisogno di allenare la nostra coscienza civile. Reagiremo meglio anche a pugni nello stomaco come questi che ci stanno tormentando. Non possiamo rassegnarci a un’altra sconfitta. Vinciamola questa guerra, nel nome di Giancarlo. MASSIMO CORCIONE