A cura della Redazione
Rimuovo subito ogni possibile equivoco: le vittorie di una squadra di calcio non cancellano i problemi che affliggono una città. Maradona portò tanta gioia a Napoli e ai napoletani, ma non un solo posto di lavoro se non per quel merchandising clandestino che rappresentò l’inizio della fine per l’industria SSC Napoli. La Spagna vive il momento sportivo più felice di sempre, mentre la sua economia ha rischiato la bancarotta. E la lista potrebbe continuare per pagine, ma sarebbe solo un elenco dell’ovvio. Meglio tenerci i sorrisi, il buonumore, la felicità (immensa) che i successi sportivi del Savoia stanno regalando a Torre Annunziata e a gran parte dei suoi abitanti, vicini e lontani. Per la città risalire la classifica della vivibilità sarà molto più complicato, e non è solo questione di talento e organizzazione, i due elementi che stanno facendo del club un invidiabile esempio di efficienza nel calcio. Mettere mano ai disastri del vivere quotidiano (assenza del lavoro in testa) è molto più complesso. Dove il calcio può aiutare, e il Savoia i suoi effetti li sta già producendo, è nella restituzione dell’orgoglio cittadino, l’orgoglio di essere torresi. Un sentimento che la mediocrità uccide. Perché si risvegli c’è bisogno degli eccessi: grandi imprese (promesse da questo stupefacente avvio di campionato), oppure quei presunti attentati alla nostra storia come le rappresentazioni che il cinema o la tivù propongono di noi. E’ bastato che qualche scena di Gomorra venisse girata a Torre perché rispuntasse, immediato, il vittimismo che altro non è se non (finto) orgoglio mortificato. Non sarà per qualche sequenza di una fiction che vedremo la nostra immagine appannata: Fortapasc non aveva il valore di un dossier di cronaca su Torre Annunziata, ma aiutò a spiegare ai nostri figli quanto brutti fossero stati per noi quegli anni dai quali uscimmo forse senza la necessaria indignazione. Per tirare a lucido il nome di Torre occorrerebbe una manifestazione d’eccellenza collettiva che dovremmo inseguire con maggior tigna e vero orgoglio. Questa è la lunga premessa alla celebrazione di un avvio di stagione travolgente per il Savoia. Il numero degli spettatori che scortano la squadra negli stadi fa invidia a molti presidenti di serie B e Legapro’, la riserva di entusiasmo che alimenta le energie di chi va in campo viene puntualmente esaltata dal finanziatore del sogno, da colui che ha scommesso (finalmente uno) su Torre Annunziata e sulle potenzialità che la voglia di primeggiare scatena. Si dice - e si vede - innamorato pazzo dei suoi tifosi e del loro orgoglio. C’era bisogno di una scintilla perché si riaccendesse, è arrivata la… Luce. Orgogliosamente sperando che duri il più a lungo possibile. MASSIMO CORCIONE