A cura della Redazione
Cartoline disperate che arrivano da Torre: mai visto un Natale così triste, è il refrain di messaggi che trasudano pessimismo e rassegnazione. Proprio ciò che fa più male a chi dovrebbe progettare una rinascita. Eppure qualche segnale positivo arriva, la sistemazione dell’annosa vergogna del depuratore avrebbe dovuto scatenare l’olimpiade delle idee su come rivitalizzare una marina che dopo quarant’anni potrebbe tornare balneabile. Nulla, tutto tace. E’ vero, la situazione generale è ormai catastrofica, il Censis ha certificato un impoverimento delle famiglie italiane che dalle nostre parti porta molti oltre la soglia di povertà. I negozi sono desolatamente deserti, nonostante saldi anticipati che accorciano ancor di più questo periodo supplementare di vacanze. L’assenza di lavoro abbatte il fascino delle ricorrenze: chi ha voglia di riposarsi se la disoccupazione sta devastando solo la mente? Sembra tutto già finito, archiviato: così mi raccontano, descrivendomi scenari che non evocano le feste, ma giornate grigio-malinconia. Pure la potatura radicale degli alberi – argomento che appassiona molto, come leggo sul Muro di Torresette – aumenta il senso di negatività lungo il Corso, tradizionalmente la via della festa. I commercianti minacciano la serrata: un gesto estremo davanti alla solitudine che riempie le loro giornate. Una protesta clamorosa che equivarrebbe a un grido silenzioso di dolore, ma anche a un segno di resa. Ecco perché anche loro invocano a gran voce le luminarie che quest’anno non brilleranno nella fine di questo anno disgraziato. Una questione psicologica, come se quelle lucine colorate scaldassero l’anima, illuminando la speranza. Sono troppo lontano per giudicare, ammetto di non possedere gli strumenti per valutare una decisione giustificata con il rischio di sforare tutti i patti di stabilità. Possibile, anzi probabile, come reale era stato il rischio di far saltare la festa patronale il 22 ottobre. L’opposizione garantisce che quei soldi in bilancio c’erano, ma il dialogo non abita in Consiglio Comunale. Una colletta per le luci di Natale a distanza di due mesi sarebbe stata troppo, e nessuno ha neppure prospettato l’ipotesi. Resta il buio, o la penombra che è anche peggio perché fa vedere ombre e non facce, sospetti e non certezze. E il Natale è una delle poche certezze che almeno il calendario ogni anno regala. MASSIMO CORCIONE