A cura della Redazione
Tutti al mare: detto così, mentre a fatica usciamo da giorni di pioggia martellante e mentre nuove perturbazioni in arrivo ci porteranno verso Natale, può suonare come vaneggiamento da ipotermia. E invece è davvero un grido di gioia legato alla notizia attesa per 40 estati: il nostro mare può tornare balenabile. Il collettore è partito, da qui a giugno restano da chiudere gli ultimi scarichi che ancora mortificano la nostra ricchezza più preziosa. Poi potremo affrontare senza patemi l’esame finale, le analisi che certificheranno la definitiva guarigione dalla malattia inquinamento. Quasi un paradosso il dettaglio che a rendere possibile l’impossibile sia stata un’altra assurdità, la chiusura infinita del ponte di via Sepolcri. Probabilmente senza quella iattura, nessuno si sarebbe mai assunto la responsabilità di ordinare l’apertura del collettore. Ora è assolutamente vietato fallire le prossime mosse: sorveglieremo (tutti noi cittadini innamorati della nostra spiaggia) i lavori che ancora mancano per completare l’opera di bonifica che dal 1973, l’anno del colera, ci ha trasformato in un popolo di turisti migratori. Finalmente questa lunghissima e costosissima era di peregrinazioni tra località – diciamolo – anche un po’ squallide potrebbe essere finita. Nell’anno più brutto della nostra storia collettiva, un piccolo regalo natalizio è arrivato proprio per Torre Annunziata, alimentando il piccolo/grande sogno di tornare a essere una città di mare. La riconquista di tutti gli spazi vicini alla riva sarà il prossimo passo. Serviranno fantasia e organizzazione per trasformare la notizia tanto sospirata in un volano che generi soddisfazione per chi continua a scegliere Torre per le proprie vacanze e lavoro per chi verrà coinvolto in auspicabili nuove iniziative. Non facciamoci scappare l’occasione: abbiamo la possibilità concreta di verificare se esiste una potenziale vocazione turistica. Non occorre rivangare tempi ormai lontani e irripetibili; tanto per riproporre un’espressione fin troppo usata dai modernisti, siamo alla fase Torre 2.0. Quindi non fermiamoci all’amarcord in bianco e nero e alla rievocazione dei tempi in cui Totò e Anna Magnani scendevano al Lido Azzurro. Quei trascorsi nessuno ce li leva, ma guardiamo avanti, riscopriamo l’X factor che è in noi. Non cancelleremo la crisi mondiale, ma forse la vivremo con minor ansia. Finalmente una buona notizia: non ci eravamo più abituati. MASSIMO CORCIONE