A cura della Redazione
Sono i giorni dei tagli, della rivista delle spese, dei conti che non tornano mai: l’Italia è come una grande famiglia che s’è improvvisamente accorta di vivere molto al di sopra delle proprie possibilità. Ma alla fine pagano sempre gli stessi, i più deboli, i meno ricchi. E non è solo una questione di danaro: in ballo ci sono i finanziamenti alla sanità, il controllo dei rimborsi per i farmaci, la sopravvivenza di intere strutture ospedaliere. Davanti alla salute non siamo tutti uguali, quando invece soprattutto la soglia minima dei servizi garantiti dovrebbe essere alta per tutti. E invece non solo siamo spessissimo molto al di sotto di quella soglia, ma le differenze tra le due Italie diventano spesso voragini difficilmente colmabili. Ecco perché l’eccezione fa ancor più notizia. Una riguarda il nostro ospedale, lo chiamo ancora così anche se per qualche metro è fuori dei confini di Torre Annunziata: a certificarla è la Guida Salute di Focus, marchio che è garanzia di rigore nelle inchieste giornalistiche. Scorrendo i dati sullo stato di ospedali e cliniche emerge un piccolo ma significativo primato torrese: nelle fratture del femore, infortunio che colpisce solitamente le persone più anziane, il tasso di mortalità a trenta giorni in seguito all’intervento è il più basso in assoluto. Il merito di questo record di procurata longevità è del team guidato da Gaetano Sannino, un esempio positivo di come si possano raggiungere livelli d’eccellenza anche operando in una realtà difficile come la nostra. Impressiona non solo il dato percentuale (0,51), ma soprattutto il rapporto con il gran numero di interventi effettuati in un anno (214), segno di un’esperienza straordinaria. Per una volta posso andare al di là di fredde cifre ufficiali, posso parlarne per esperienza vissuta al capezzale di mia madre che, per non farsi mancar nulla di questo vanto cittadino, ha addirittura realizzato una doppietta di fratture in undici mesi. Il recupero in entrambi in casi è stato veloce e completo. La sala operatoria non le ha restituito il vigore della giovinezza, ma nessuno aveva scambiato quel luogo per la piscina di Lourdes. Amenità familiari a parte (e chiedo scusa per la digressione personale), resta l’orgoglio legittimo dei medici: il primario Sannino, ma anche Maurizio Ciniglio, Roberto Cirillo e tutto lo staff della divisione ortopedica che per una volta ci porta in cima a una classifica nazionale per efficienza e non per inefficienza. Complimenti a tutti. E grazie per aver permesso finalmente di raccontare una buona notizia. MASSIMO CORCIONE