A cura della Redazione
E se il ritorno alla normalità passasse per l´estate più povera degli ultimi trentacinque anni? Siamo al paradosso, ma per Torre Annunziata questa potrebbe anche essere la stagione della svolta, o del ritorno ad antiche usanze ormai sepolte dai tempi del colera. Una calamità sanitaria che ha condizionato la nostra vita più dello spread di oggi e della crisi petrolifera vissuta in quello stesso anno, il 1973. Normalità può essere anche una passeggiata verso la villa comunale, un gelato o una pizza nei lidi che non chiudono più al tramonto; oppure, per chi preferisce comunque il Corso, c´è l´alternativa di una cena in uno dei ristorantini che finalmente rendono la città più simile a tutte le altre. Aspettando che altre opportunit‡ si aprano con la regolamentazione delle aree chiuse per violazione di tutte le norme, si potrebbe cominciare dalla riscoperta di Torre e dei suoi luoghi dimenticati. Tagliare i costi della benzina Ë il primo risparmio necessario, senza parlare degli effetti indotti, come la serenità che si riacquista evitando quelle code infinite per una escursione in Costiera. Manca ancora la notizia fondamentale per la riabilitazione completa: il ritorno della balneabilità per il nostro mare. Siamo davvero a un passo; se il depuratore entra davvero in funzione, renderemo inutili anche quelle peregrinazioni alla ricerca del mare pulito. A volte, ma non sempre, lo si trova pure, ma in lande desolate, dove la popolazione delle zanzare Ë spesso superiore a quella degli umani. Sì, ci sono passato anchíio per quelle maratone sulla sabbia con líombrellone in spalla per non finire ingolfati come a Piazza Municipio allíora del rag˘. Confesso líamore per la nostra spiaggia, peccato solo che possa frequentarla davvero poco. Ma questa è uníaltra storia che sicuramente non vi interesserebbe. Interessa a tutti, invece, che Torre Annunziata diventi finalmente vivibile, praticabile, non necessariamente evitabile come continuo a leggere sul Muro di Torresette. In quel luogo virtuale il pessimismo dilaga, la critica è la condizione naturale, non si intravvede alcuno spiraglio. Il sospetto che sia io quello visionario mi assale, rimuovo anche i ricordi di un passato felice e assolutamente irripetibile per aumentare il distacco dalla passione che sempre conservo per Torre. Eppure, resto almeno possibilista che qualcosa cambi. Magari a causa dei sacrifici che l´Europa ci impone. Un male necessario che rischia di farci anche un poí di bene. MASSIMO CORCIONE