A cura della Redazione
Siamo in piena era twitter, oggi centoquaranta caratteri devono bastare a raccontare una vita, figurarsi se può essere d’attualità la lettera a Babbo Natale, magari impreziosita da una calligrafia con i riccioli. Roba d’altri tempi, ora ci hanno tagliato anche le parole. E l’anno che verrà non sarà molto migliore del precedente, almeno così annunciano le cassandre che finora non hanno azzeccato una previsione positiva sul futuro e nemmeno hanno saputo cogliere i segnali sulle sventure finanziarie in arrivo. Che cosa chiedere allora? Il 2012 per Torre Annunziata sarà l’anno delle elezioni, un appuntamento cruciale che di fatto ha bloccato tutto da mesi: chi considera chiusa la propria esperienza non vede l’ora che finisca, chi ha tutta l’intenzione di continuare, è distratto dalle strategie per riposizionarsi. Sono umanissimi difetti che diventano blocchi quando paralizzano la gestione degli ultimi progetti. Le alleanze vanno componendosi, sovvertendo talvolta legami che sembravano consolidati, il quadro dei contendenti andrà meglio definendosi nel dettaglio, la disponibilità a non ricandidarsi manifestata dall’attuale sindaco Starita è l’ultimo colpo di scena che aprirà la strada a qualche nuovo pretendente per la poltrona più scomoda che esista nella politica locale italiana. Le prossime mosse saranno decisive per formare la griglia di partenza della grande corsa. L’impressione è chiara: difficilmente si arriverà alle percentuali bulgare che tradizionalmente hanno determinato le preferenze degli elettori torresi. Sono diverse le condizioni, soprattutto manca l’incontrastata leadership di un partito che imponga il proprio uomo, sicuro che sarà quella la designazione vincente. Ecco la grande novità, non so quanto sia rassicurante: la frammentazione delle liste era un fenomeno già conosciuto, l’esercito dei candidati iscritti nelle liste l’ultima volta resterà forse primato imbattibile, ma stavolta il pronostico per identificare il possibile vincitore è quasi impossibile. Vista dalla parte di un comune cittadino, la cosa che manca ancora è una contrapposizione di programmi, il presupposto principale per la scelta popolare. S’è parlato poco finora delle cose da fare, che pure sono tante, tantissime, alcune indifferibili. Purtroppo nessuna, o quasi, potrà essere realizzata senza che dall’alto arrivi un aiuto. L’ultima stagione politica nazionale ha visto tutto il Sud relegato in una posizione marginale: nessuna misura straordinaria, nessun intervento speciale, tagliate tutte le proposte anche quelle già finanziate come la Zona Franca. In tutta la storia d’Italia non c’è stata mai forse stagione in cui la cosiddetta Questione Meridionale sia stata più ignorata. La disattenzione romana diventa paradosso quando si registrano invece i successi colti nella lotta alle mafie: una sana esibizione di muscoli va accompagnata con un piano di recupero di tutte le attività economiche. Siamo fermi al primo atto, ormai da troppi anni. Le cifre sul lavoro che non c’è sono desolanti. Non esiste giorno che non porti una brutta notizia: posti che saltano, iniziative che abortiscono prima di nascere, promesse di sopravvivenza che si fa fatica a mantenere. Non servono più interventi-tampone, pezze messe lì a tamponare falle enormi, ma occorre programmare anche in piena emergenza. Sulle elezioni pesa un’incognita enorme: da che parte si schiereranno i giovani? Segnali di partecipazione stanno finalmente arrivando, dopo anni di distacco completo dalla politica, ma nessuno può ancora misurare la forza e i numeri che si celano dietro sigle e movimenti. Dobbiamo contarci, il voto serve anche a questo. Chiusura con un tweet vero: Forza Torre Annunziata, ne abbiamo viste tante che il futuro non può farci paura. Auguri a tutti per un 2012 finalmente normale. Centotrentanove caratteri per tornare a vivere. MASSIMO CORCIONE