A cura della Redazione
Scrivo dopo aver appena visto le immagini di via Porto invasa (e liberata) dall’immondizia, con annesse e giustificatissime proteste popolari per lo spettacolo indecoroso e per la puzza insopportabile. Ma non voglio parlare della monnezza - in fondo stiamo anche meglio di Napoli e di molti comuni vicini - ma della pessima cura che tutti noi dedichiamo alle nostre cose: non solo strade, anche palazzi, esercizi commerciali, strutture pubbliche e private che andrebbero preservate dal degrado. Provate a fare un giro lungo il mare, costeggiando gli stabilimenti balneari: a parte lo sconcio del Santa Lucia, monumento ormai perpetuo all’inefficienza dello Stato, dovunque si vedono pareti scrostate dall’intonaco, porte che non ricevono una riverniciata da anni, una patina di vecchio che copre ogni oggetto, mentre sull’altro lato della via i lavori per la ristrutturazione della Villa Comunale procedono ad andamento lento. Le colpe sono equamente divise tra pubblico e privato, e ogni forma di lamentela deve essere bandita davanti a comportamenti come quelli che ciascuno di noi adotta evitando scientificamente ogni forma di manutenzione dei propri beni. Ma torniamo ai Giardinetti, luogo simbolo delle occasioni perdute: possibile che non si riescano a organizzare (nella assoluta legalità) bar e ristorantini pronti a ospitare chi per prendere un po’ d’aria e cenare con un piatto di spaghetti deve arrampicarsi per impervi sentieri sul Vesuvio oppure sottoporsi allo stress di code chilometriche per raggiungere almeno Pompei? Risalendo verso la Rampa delle polemiche, eccoci arrivati al Lido Azzurro, il rifugio più sicuro per chi sceglie di trascorrere l’estate a Torre Annunziata. Dichiaro subito che parlo al buio, da semplice utente. Non conosco quali grovigli burocratici si nascondano, ma ricordo che solo qualche anno fa quel polo funzionava come attrazione per migliaia di ragazzi. Come accade in tutti le città di mare del mondo. Io credo che un posto così andrebbe valorizzato. E utilizzato 18 ore al giorno. Qui la funzione pubblica di stimolo è fondamentale. Chiunque investa un euro e il proprio lavoro da queste parti merita un aiuto; se poi a beneficiarne sarà l’intera popolazione, diventa un dovere. L’unico futuro non apocalittico che si possa dischiudere passa per il mare. Accessibile, pulito, sicuro giorno e notte. Più che una battaglia, sarà una crociata per il bene di tutti. E nessuno provi a tirarsi indietro. MASSIMO CORCIONE