A cura della Redazione
Più che una provincia addormentata, sembra una provincia in guerra. E visto da questa parte, proprio sotto il Vesuvio, il conflitto è ancora più duro. Non bastasse lo sconcio della discarica, emergenza che ancora non riceve neppure una proposta di soluzione definitiva, il nuovo epicentro è posto in linea d’aria a qualche chilometro, a portata di puzza per intenderci: l’ospedale, sistemato più o meno sulla linea di confine tra Torre Annunziata e Boscotrecase, è una delle strutture fondamentali in un territorio dove la presenza di anziani imporrebbe un presidio di straordinaria efficienza. Ma il rischio, a pochi anni dall’apertura attesa quattro decenni, è il sovraffollamento: da Torre del Greco è in arrivo il reparto maternità, un trasferimento che – come successo già per Torre Annunziata - sconvolgerà pure i registri comunali delle nascite e le carte d’identità delle prossime generazioni. Tutto si fa nel nome del risparmio, della razionalizzazione delle spese, concetto inoppugnabile che con la salute celebra un difficile matrimonio. A Torre del Greco c’è stata una mobilitazioni per opporsi al trasloco che non s’è vista per altre nobili cause, un altro segnale della pazienza perduta. Eppure la cattedrale ospedaliera aspetta sempre di essere completata, l’accesso è ancora fortemente condizionato da strade troppo strette e da quel maledetto ponte sull’autostrada che minaccia di superare tutti i record di lungaggine. Anche su quell’opera incompiuta la soglia di sopportazione è stata ampiamente superata, solo che in questo torrido autunno la tolleranza s’è improvvisamente azzerata. Un’altra minaccia incombe ed è quella del depuratore che dovrebbe essere localizzato a Leopardi, là dove c’erano le officine delle Ferrovie dello Stato. Anche lì l’uno contro l’altro armati, una battaglia che dura da anni e che – vedrete – ci coinvolgerà presto. Così, stretti tra la discarica, l’ospedale e il depuratore (aspettando che finalmente entri in funzione quello del Sarno) noi paghiamo anche le colpe non nostre. Così va la vita da queste parti, sempre più simili a una terra di frontiera. Il mestiere del vivere è davvero impegnativo come non accade in nessun altro posto dell’Occidente. Così lo sforzo quotidiano diventa sopravvivere. Fanno spavento le cifre nazionali della disoccupazione giovanile (un ragazzo su quattro senza lavoro), diventano disperate se applicate al Sud e alla nostra zona in particolare. E questo è il focolaio che preoccupa di più. Preoccupa noi, che con Torre e i suoi problemi ci confrontiamo, pare non interessare a chi lontano da qui dovrebbe governare anche i torresi, cittadini italiani. Il Comune s’è schierato dalla parte dei più deboli, in questo caso dei debolissimi: non siamo solo vittime della crisi che ha colpito tutti, senza discriminazioni, ma anche di certi avventurismi colpevolmente consentiti quando si concedono agevolazioni e incentivi. Non dovrebbe essere inclusa nella lista anche la possibilità di fuga alle prime difficoltà: è come concedere un jolly al più forte, un caso di doping legalizzato, insomma. Già è duro combattere alla pari, figurarsi se gli altri non osservano regole certe. E non chiamiamola più Provincia Addormentata: anche Michele Prisco capirebbe la differenza. MASSIMO CORCIONE