A cura della Redazione
Adottiamola come simbolo di riscatto Ci sono notizie che improvvisamente evaporano, spesso sono buone notizie, scacciate da giornali e televisioni per far posto alla cronacaccia: ammazzamenti, truffe, storie di ordinaria malavita che noi quotidianamente subiamo. Ecco perché val la pena di ripescarle, quelle notizie, soprattutto per vedere se ancora giustificano un briciolo di ottimismo, di fiducia nel futuro, di speranza nel cambiamento. Ricordate la vicenda di Vittoria, bambina torrese non proprio baciata dalla fortuna, che venne indicata come la più buona d’Italia? Fu ricevuta al Quirinale, tutti le promisero aiuto e assistenza per garantirle un’esistenza normale, da ragazzina come le altre. Che fine ha fatto Vittoria? Enza Perna, la nostra cronista, racconta le ultime pagine di una favola che ancora non ha un lieto fine. La vita ha ancora duramente provato la bimba più buona d’Italia, privandola di quella mamma che amorevolmente ha assistito nella lunga malattia quando ancora frequentava le elementari. La sensibilità del presidente Greco, magistrato che tante volte ha supplito alle deficienze della macchina pubblica, ha impedito che lei e i fratellini finissero affidati a istituti che non riproducono esattamente il calore familiare. La situazione resta complicata, ma Vittoria onora il titolo assegnatole un anno fa. Aveva disegnato per sé un futuro da infermiera, chi sa se non ha ancora cambiato idea: ne ha tutto il diritto, alla sua età. Ma noi non dimentichiamoci di Vittoria, assecondiamo le sue aspirazioni, adottiamola come simbolo di riscatto. La sua storia somiglia a quella della nostra città. Caduta, oltraggiata, ma pronta a rialzarsi. Noi torresi, stiamo ricevendo un supporto straordinario da carabinieri e polizia. Il senso della presenza dello Stato prepotentemente torna a farsi sentire là dove se ne era perso anche il ricordo. Eppure qualcuno trova ancora il modo per alimentare polemiche improduttive, contrapponendo le imprese di militari dell’Arma a quelle degli agenti del Commissariato: di tutto abbiamo bisogno, meno che di inesistenti rivalità. Siamo ancora all’inizio della bonifica, occorre che sul nostro terreno torni a crescere l’erba: Attila qui per decenni ha allestito il proprio accampamento, violentando anche vite come quella di Vittoria, bimba che avrebbe volentieri rinunciato a riflettori e prime pagine in cambio di un’ordinaria quotidianità. Lei, la sua battaglia, ha cominciato a combatterla prestissimo, Torre Annunziata è ancora all’inizio. Ma possiamo vincere tutti. E quella sarà la notizia più bella. MASSIMO CORCIONE