A cura della Redazione
L’anno che verrà non può che essere migliore di quello che sta concludendosi. Quant’è che lo ripetiamo? E non è professione d’ottimismo pensare che il futuro sia meno gramo del passato. Piuttosto è la consapevolezza che siamo molto prossimi al peggio, al punto più basso. Possiamo solo risalire, insomma. E’ vero, intorno non vedo ottimismo, basta leggere i messaggi che vi scambiate sul sito di Torresette. Per cogliere spunti di speranza bisogna scavare attraverso le parole, le polemiche, le contrapposizioni tra Nord e Sud che sembrerebbero impossibili su un territorio di soli sette chilometri quadrati. E invece resiste e si rafforza la barriera, si continua a viaggiare a doppia velocità, senza che ci sia la volontà politica di perpetuare le differenze. Sono questi i segnali del malessere, di un senso di abbandono che prende tutti, ma pure i sintomi di un risveglio: leggere le appassionate ragioni di chi vive nella Torre di giù fa montare la rabbia per quello che sarebbe potuto essere e invece non è stato. Questo è l’esercizio più semplice ma anche il più dannoso. E’ pronta a scattare la trappola dell’amarcord: nostalgia come arte della rassegnazione o della protesta pregiudiziale. Proprio ciò di cui non si sente il bisogno. Influisce anche questo nell’interpretazione del sondaggio sui primi medi dell’Amministrazione Comunale. Si vorrebbe tutto e subito, soprattutto quando per decenni si è ricevuto poco o niente. Nessuno meglio del Sindaco conosce queste cose, questi sentimenti, queste reazioni popolari anche a iniziative che colmano vuoti profondi decenni. Eppure dobbiamo venirne fuori, uscire dalle sabbie mobili nelle quali possiamo definitivamente affondare. Queste saranno Feste diverse per tutti, a tutte le latitudini. Colpa della sfavorevole contingenza economica, di un mondo che ancora non sa in che direzione puntare, e (nella grande politica italiana) di una litigiosità che contrasta con le tentazioni di abbracci trasversali. Gli effetti di questi macroscenari si riflettono anche su di noi, poveri torresi, alle prese con guai molto più remoti e purtroppo non guaribili con miracoli estemporanei. L’unica strada è costruirselo il proprio futuro, senza aspettare regali. Tanto quelli non arrivano, neppure a Natale. La vicenda di Pompei Tech World è emblematica, ma è solo una replica di quanto in passato è già accaduto. Restiamo però convinti che il 2008 sarà migliore del 2007. Non potrebbe essere altrimenti. MASSIMO CORCIONE DIRETTORE SKY SPORT