A cura della Redazione
Vatti a fidare dei politici: un colpo di spugna ha cancellato l’appuntamento che Torre Annunziata aspettava per ridisegnare il proprio futuro. Questione di cavilli, non di sostanza, come spesso accade, ma gli effetti restano devastanti. Una crisi di sfiducia era la cosa di cui si sentiva meno il bisogno in una fase che comunque resta di crescita, di ascesa verso obiettivi già prefissati. La realizzazione di Pompei Tech World è sicuramente tra questi, ogni ritardo equivale a una pedata sul freno quando occorrerebbe un deciso tocco d’acceleratore. Paradossale che il progetto di un parco virtuale di divertimento si sia trasformato in un affare quasi grottesco. In questo numero di Torresette leggerete tutti i dettagli e tutte le ricostruzioni che hanno portato all’annullamento dell’appuntamento in Consiglio Regionale: un senso d’impotenza prende tutti davanti a questi contrattempi che condizionano la vita (già tormentata) di una comunità. Credo sia lo stesso sentimento che s’è impadronito, sia pur solo per un attimo, del sindaco Starita. Resta suo il meno invidiabile dei ruoli, anche se è sua anche la più stimolante delle sfide. Rianimare Torre Annunziata, far uscire la città da uno stato semi-comatoso che dura da troppo tempo è molto più di un’impresa. Siamo solo all’inizio, ma mi pare di scorgere incoraggianti segnali di consenso, al di là degli schieramenti. E’ anche un bene che le barriere, nella periferia della politica, comincino a essere abbattute, ora che le contrapposizioni ideologiche contano sempre meno: basti vedere quel che accade a livello nazionale, dove le tentazioni di un colossale abbraccio al centro della scena sono fortissime. Qui, ai confini dell’impero, i problemi sono drammaticamente gli stessi di sempre: vedere quanto conta la vita di un uomo nella logica maledetta dei clan camorristici lascia le solite sensazioni disperate. Davanti all’orrore di una esecuzione avvenuta in pieno giorno in un bar, oppure davanti allo spettacolo di folle di nullafacenti in attesa di un domani che non regala speranze, diventano intollerabili le polemiche di carta legate alle regole di un’assemblea che dovrebbe provvedere al bene comune. Come se la nave affondasse e si litigasse su chi deve turare la falla. Per salvarci non basta neppure remare tutti insieme. Eppure dobbiamo farcela. MASSIMO CORCIONE DIRETTORE SKY SPORT