A cura di Enza Perna

Quando si parla di danza, si utilizza un unico termine per definire diverse sfaccettature. Ballare non equivale a muovere il corpo seguendo un ritmo, ma diffondere un messaggio diretto attraverso il corpo. Diversi concetti possono essere motori di espressione del corpo che balla: passione, amore, allegria, gioia di vivere. Ma come si può mettere in scena un concetto complesso come quello dell’Io?

Ebbene, tre sognatori hanno unito la loro arte e hanno messo in scena, recentemente, lo spettacolo intitolato “L’IO”, nella splendida cornice del Teatro Di Costanzo-Mattiello di Pompei. Un tutto esaurito testimoniato dalle sedie occupate dai tanti amatori della danza e del bello. Applausi per le coreografie del coreografo e regista dello spettacolo, Massimo De Rogatis, direttore artistico - insieme alla coreografa, Barbara Castellano - della Ballet Studio Dance Project di Trecase, la compagnia di danza che “sforna” talenti e mostra capacità e doti artistiche già da molti anni, mettendo in scena spettacoli importanti come “Passion”, con Cristina Casale e Domenico Orsini, “Cubi”, ”Spot”, “Time lapse”.

Ma come detto lo spettacolo “L’ IO” nasce da un progetto di tre sognatori, tre artisti. Danza, Fotografia e Pittura, tre linguaggi diversi capaci di far emergere i propri sentimenti e che si fondono insieme per creare un unico grande sogno da condividere con gli altri. Dalle fotografie del fotografo freelance Felice Gallo alle opere pittoriche del pluripremiato maestro Vincenzo Pinto, attualmente in esposizione nella galleria di Palermo, dove risiedono i quadri di grandi come Dalì.

 Un progetto, questo, carico di energia, che prende per mano gli spettatori e li accompagna in un viaggio tra sogno e realtà, tra conscio e inconscio, tra bene e male, verso la scoperta dell’Io.

«L’Io - sostiene il coreografo De Rogatis - è la strada per migliorare se stessi e il mondo che ci circonda. E come ogni viaggio che si rispetti, anche quello verso l’Io è ricco di emozioni e coinvolge emotivamente interpreti e spettatori. Mediante l’uso dello spazio e del ritmo - conclude - ogni individuo può, sia singolarmente che in gruppo, esprimere i propri disagi, i propri conflitti, le proprie emozioni. E’ come una liberazione di ciò che nascondiamo dentro di noi».

Luci, scenografie, musiche, e la voce narratrice di Rosaria Tarotto hanno suggestionato e reso ancora più spettacolare i passi del corpo di ballo della Ballet Studio Dance Project, formato da Martina Torcia, Paola Martire, Chiara Cirillo, Salvatore Balzano, Giovanni Giordano.

L’Io è da sempre uno dei concetti astratti più difficile da spiegare, ma esprimerlo attraverso il corpo, l’espressività del volto e delle movenze prende forma e lo si comprende. Ed è quello che sono riusciti a fare i tre sognatori e l’intera compagnia della Ballet Studio Dance Project.

Dato il successo ottenuto, prossimamente lo spettacolo verrà riportato in scena e sarà ancora una volta un tutto esaurito. 

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