Irma Testa protagonista di un libro. E' l'opera di Cristina Zagaria, nata a Carpi e specializzata alla Scuola Superiore di Giornalismo all'Università di Bologna. Zagaria fa la cronista per il quotidiano La Repubblica e vive e lavora a Napoli.

"Cuore di pugile - Una farfalla sul ring. Storia di Irma Testa in tre riprese" è il titolo del volume (édito da Piemme, in uscita il 27 settembre): 272 pagine in cui la giornalista racconta la storia, romanzata, della campionessa di pugilato di Torre Annunziata.

La copertina raffigura la pugilessa oplontina con i guantoni e le ali da farfalla alle spalle. Ed è proprio "butterfly" il suo soprannome: la leggiadria delle sue movenze sul ring la fanno apparire come una farfalla che vola verso nuove sfide, instancabile e tenace.

Tutto nasce dalla lettura di un articolo di Marco Caiazzo, grazie al quale Cristina Zagaria scopre la storia di questa talentuosa ragazza «che voleva andare alle Olimpiadi e diventare poliziotta».

Dalla prima volta che ha messo piede su un ring nella palestra della Boxe Vesuviana dei maestri Lucio e Biagio Zurlo ai suoi trionfi sui quadrati di tutto il mondo. Il libro, tuttavia, non è solo un racconto delle imprese sportive dell'atleta 18enne delle Fiamme Oro (il Gruppo Sportivo della Polizia di Stato). E' anche uno spaccato della sua vita nel quotidiano, dei sacrifici e delle speranze di una ragazza qualunque che, attraverso la boxe, ha però trovato la sua forma di riscatto e la ragione stessa della sua esistenza.

Nel libro la figura di Irma viene "circondata" da altre che hanno contribuito a renderla la straordinaria donna che è oggi: la sorella Lucia (Lulù), i maestri Zurlo, gli amici del quartiere della Provolera, dove è nata e cresciuta, la famiglia.

«L'idea di questo libro è nata proprio per ricordare ai ragazzi di sognare, sempre, ma anche per dare loro un esempio reale dei sacrifici necessari per raggiungere un obiettivo ambizioso - spiega l'autrice -. Tra me e Irma c'è stato subito un patto. Lei mi ha raccontato tutto. Io, però, partendo dalle sue parole, ho inventato molto. E' un romanzo - prosegue la giornalista - che parla di sport ma, sopra ogni cosa, di forza di volontà, di rinunce, di ambizione. E' una storia per ricordare che il destino non si accetta, si costruisce e soprattutto si può cambiare. E' un romanzo al femminile - conclude la Zagaria -, che dovrebbero leggere tutti i ragazzi».

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