A cura della Redazione

Lunedì 9 maggio, nella cornice del Grand Hotel Parker’s a Napoli, si è tenuta la presentazione del libro “I chirurghi dei potenti” (ed. Iuppiter), scritto da Nicola Ricciardelli in onore del centenario della nascita di Giuseppe Zannini.

Nativo di Torre del Greco, Ricciardelli ha frequentato la Clinica chirurgica dell’Università di Napoli e, nel 1963, è diventato allievo di Giuseppe Zannini. Specializzato in chirurgia generale, cardiologia e angiologia, l’autore ha lavorato per ben trent’anni nell’Ospedale Civile di Torre Annunziata dove è stato, prima, Direttore della Divisione di Chirurgia generale e Pronto Soccorso e, in seguito, Direttore Sanitario. Nel corso della sua formazione Ricciardelli ha, ovviamente, lavorato con numerosi luminari della chirurgia ma il titolo di suo vero e proprio “maestro” lo attribuisce a Giuseppe Zannini, grandissimo esponente della Scuola Chirurgica Napoletana e assoluto protagonista del nuovo assetto universitario, nato nel 1972, della II Facoltà di Medicina e Chirurgia al Nuovo Policlinico, complesso sanitario all’avanguardia di cui Zannini è stato Preside fino al 1981.

“Oggi, a diciassette anni dalla scomparsa, Zannini continua a rappresentare una stella polare per tanti operatori della chirurgia italiana”. 

Proprio a Giuseppe Zannini è dedicato “I chirurghi dei potenti”, una visione d’insieme della storia dell’arte medica tra miti, personaggi leggendari e realtà. La storia della medicina ripercorsa dal punto di vista dei suoi rapporti con il potere. In ogni epoca, a partire addirittura dalle sue origini mitiche, il lavoro dei medici si è spesso incrociato con la vita dei potenti, di coloro che, nel momento in cui sono costretti a fare i conti con problemi di salute, hanno comunque la necessità di apparire inscalfibili. La narrazione procede attraverso aneddoti curiosi, personaggi davvero straordinari dal punto di vista scientifico e precise ricostruzioni storiche e mediche.  Scopriamo così che il divino Giulio Cesare, indomito conquistatore della Gallia, era affetto da un’imbarazzante calvizie, contro la quale nulla poté nemmeno il leggendario medico Asclepiade.

Mentre il grande chirurgo medievale Mosè Maimonide ebbe il coraggio di dire no a Riccardo Cuor di Leone che lo voleva come suo medico personale. E via via nella lettura ci rendiamo conto del fatto che, nel corso dei secoli, innumerevoli luminari della medicina hanno legato il proprio nome e la propria fama a quella di Re e Pontefici, e spesso è proprio questo connubio che favorisce e spiana la strada a nuove conquiste nell’arte chirurgica. Dal Medioevo, al Rinascimento fino ad arrivare all’età moderna, personaggi fondamentali della storia del nostro paese hanno potuto proseguire la propria opera grazie ai medici che hanno incontrato nei momenti più difficili: come Garibaldi che, colpito da una pallottola, deve ringraziare Ferdinando Palasciano se non ha perso la gamba; Togliatti, dopo l’attentato del 1948, viene salvato dalla bravura di Pietro Valdoni; l’amato Papa Giovanni Paolo II per ben tre volte ha incrociato la strada del chirurgo Francesco Crucitti. “I chirurghi dei potenti” rende il giusto tributo a personaggi, spesso sconosciuti, grazie ai quali noi oggi possiamo usufruire di un’arte medica all’avanguardia, sia dal punto di vista delle conoscenze che della tecnologia. Merito di Ricciardelli è, inoltre, quello di sottolineare i primati, a volte insospettabili, della gloriosa Scuola Chirurgica Napoletana, nell’ambito della quale, ad esempio, nel lontano 1931, senza l’aiuto della microchirurgia, il Professore Gabriele Jannelli effettuò uno dei primi trapianti d’organo: questo è solo uno dei tanti record che possono essere vantati dalla scuola medica partenopea. Una storia che vale la pena riscoprire.     

(Valeria Rago)

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