A cura della Redazione

Due serate all’insegna della tradizione umoristica napoletana.

Sabato 16 e domenica 17 aprile, l’Associazione teatrale “Gruppo 2000” (torrese-boschese) ha messo in scena, al teatro “Di Costanzo Mattiello” di Pompei, “Ce penza mammà”, una delle più famose commedie di Gaetano ed Olimpia Di Maio.

La rappresentazione, in due atti, è un inno a quello che è forse il più nobile sentimento del popolo partenopeo, il perseverante culto per i defunti. Da qui si sviluppa una intricata vicenda familiare che assume toni comici, grotteschi e, nel finale, anche drammatici.

Una mamma muore in giovanissima età e lascia quattro figli, i quali, per volere della stessa, vivono tutti nella casa materna, da lei lasciata in eredità. Anche dopo la sua scomparsa, la donna mantiene un contatto costante con una delle figlie, Margherita, la quale sacrifica la propria vita per assicurare la serenità agli altri tre fratelli: Peppino, sposato con Giannina e pieno di debiti; Rosetta, avanti con gli anni, che finalmente ha trovato in Pasqualino il suo futuro sposo; Bernardino, un uomo rimasto eternamente bambino. Tutto ciò provoca piccoli litigi e disagi in famiglia, ma anche momenti di grande divertimento alternati a momenti grotteschi, comici e drammatici. Insomma, una vera commedia tradizionale nel senso più nobile della parola. 

Il pubblico, accorso numeroso, ha molto apprezzato l’esibizione dei protagonisti, tributando loro scroscianti applausi.

Ottime le performances di Rosa Acanfora, regista e attrice nelle vesti di Margherita, e Mimmo Cirillo (Bernardino) che, nelle sue stravaganti sortite, ha innalzato il tasso di comicità della commedia.

Ma tutti gli attori hanno interpretato al meglio la propria parte.  Da Aldo Di Paola (Peppino) a Marianna  Cinoboli (Giannina); da Concetta Oliva (Rosetta) a Roberta De Luca, nella duplice veste di Donna Assunta (la madre) e di Laura (la figlia di Peppino). Da Mariarosaria Guida (Rachele, la suocera invadente di Peppino), a Santolo Russomanno (Pasqualino, l’aspirante marito di Rosetta); da Vincenzo Bisogno (don Armandino Pastore) a Salvatore Manzo (il fioraio). E per finire, da Valentina Vitiello, nell’interpretazione di Titina, la vicina di casa corteggiatrice - non ricambiata - di Peppino, a Gaetano Brancaccio (Agostino l'idraulico).

E come ha detto Gigi Proietti, “Benvenuti a teatro, dove tutto è finto ma niente e falso”.

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