A cura della Redazione

Adolescenza tormentata, eroina, carcere, HIV. Poi la luce, la possibilità di abitare il corpo desiderato, la rinascita. La vita di Michele “Miki” Formisano raccontata da Anna Paola Lacatena nel libro “Resto Umano”.

Quarto appuntamento di #agirecivile, la rassegna libraria organizzata dal Caffè Letterario Nuovevoci in collaborazione con Verso Sud e Slow Food Vesuvio, tenutosi al Liceo Artistico “G. de Chirico” di Torre Annunziata.

Il dirigente scolastico Felicio Izzo introduce l’argomento e passa la parola a Francesco Alessandrella, membro del Caffè Letterario Nuovevoci, il quale presenta il trailer del cortometraggio “Human – La vita di Miki Formisano”, regia di Paolo Brancati, (per chi volesse vederlo questo è il link: https://www.youtube.com/watch?v=uRQUACGpfrI&feature=youtu.be), tratto proprio dal romanzo.

La parola va poi a Miki Formisano, che con una serenità di chi ora sta bene con se stesso inizia a raccontare ai ragazzi, ai presenti, la sua storia.

«Io nasco come Michela, dall’età di quattro anni inizio a sentirmi a disagio ma non capivo, finché non sono diventato adolescente» Esordisce Formisano. Continua parlando delle sue sensazioni durante la fase dello sviluppo. «Il mio corpo cambiava e iniziavo a non riconoscermi più, quindi stavo male e per cercare di non soffrire ho fatto un errore, ho iniziato con l’eroina. Per me fu un momento di conforto, mi sentivo parte di un gruppo, ma fu solo l’inizio del mio dolore». Prosegue il suo racconto tra il silenzio attentissimo dei ragazzi. «L’eroina ti porta via tutto, pensavo di uscirne quando volevo, ma quando mi sono trovato senza soldi ho iniziato a rubare, e ad essere arrestato. Anche in carcere mi sentivo accolto, ma era un ennesimo macigno sulla mia vita»

Miki usa un linguaggio diretto che arriva al cuore delle persone, racconta di quando ha scoperto di essere sieropositivo a soli 20 anni. «Pensando di dover morire presto, avevo accentuato le mie assunzioni di eroina, fino a quando non ho incontrato Marilena».

Marilena si è innamorata di Michele quando era ancora donna, è sua moglie da 14 anni, un vero pilastro per lui. «Lei mi ha fatto capire che dovevo amare prima me stesso se volevo amare lei. Non sapevo ancora come fare fino a quando non conobbi alcune persone che mi parlarono del percorso F to M (Transizione da Donna a Uomo) e da lì in poi ho visto la mia vita», racconta.

L’amore di Marilena ha permesso a Michele di cambiare strada, di rinascere e dopo molte fasi (anche queste spiegate molto bene) oggi si sente una persona serena e felice.

Adesso è vicepresidente della NPS Italia (Network Persone Sieropostitive). Conclude la sua storia dicendo: «Ognuno nel rispetto degli altri e di se stessi deve scegliere la sua vita. Bisogna avere il coraggio delle proprie azioni».

E' il momento delle domande, rivolte sia a Michele sia alla moglie Marilena, anch’essa presente. I ragazzi hanno chiesto come hanno affrontato i pregiudizi, le difficoltà della società, il rapporto con i genitori e non solo.

Alla fine dell’incontro, Francesco Alessandrella legge una frase del libro “La vita è un dono di Dio". «Su questo, nessuno, oggi, potrebbe mai farmi cambiare idea; ma non riesco a credere che in quel Padre buono e onnipotente, tra il bianco e il nero, non abbia previsto sfumature».

Nella foto, da sinistra: Alessandrella, Formisano, Izzo