Negli ultimi tempi sto frequentando, come appassionato di storia e personaggi locali, la biblioteca e l’archivio storico del comune di Torre Annunziata. E, quindi, ho avuto l’opportunità di conoscerne il grande patrimonio culturale che conservano, una preziosa fonte di notizie molto utili a studiosi, studenti e a tutti i cittadini desiderosi di arricchire le proprie conoscenze. Ho voluto, perciò, farne conoscere le tante potenzialità ma anche alcuni problemi che presentano. E cominciamo dalla biblioteca. Situata al Corso Vittorio Emanuele III n. 311, è stata istituita nel 1907 ed intitolata al grande matematico Ernesto Cesàro, deceduto drammaticamente nella nostra città nel 1906. «Allora era dotata di circa duemila volumi - afferma la direttrice Margherita Mangiola -, gran parte dei quali provenienti dalla biblioteca dei padri Alcanterini. Oggi, invece, sono oltre tredicimila, ai quali vanno aggiunte circa milleseicento opere di pregio, che vanno dal Cinquecento all’Ottocento, e un rarissimo incunabolo, stampato con la tecnologia dei caratteri mobili e risalente al Quattrocento. Inoltre ci sono sezioni dedicate ai ragazzi, alla storia locale, ai periodici, materiale audiovisivo ed è possibile consultare anche Leggi e Gazzette Ufficiali».

Tutto il  materiale è classificato e consultabile sia su un catalogo cartaceo che elettronico (http://campania.on-line.it/OpacTorreAnnunziata) nei giorni dal lunedì al venerdì e si possono ottenere prestiti previa iscrizione gratuita, oltre ad altri servizi quali collegamenti a banche dati, cataloghi di altre biblioteche, notizie su nuovi acquisti (anche con richieste dei cittadini trascritte nel registro dei “desiderata”), un’apposita casella di posta elettronica per comunicare direttamente con gli utenti, l’organizzazione di eventi culturali e di presentazioni di libri. Quanto all’archivio storico, è situato in piazza De Nicola, di fronte alla sede del Comando dei carabinieri, ed è aperto al pubblico di mattina dalle 9 alle 12. 

«Vi sono conservati e consultabili documenti dal 1800 al 1946 - continua la direttrice Mangiola -, oltre a raccolte di leggi, delibere di giunta e di consiglio comunale, registri di ragioneria dal 1800 agli inizi del 1900 e atti dello stato civile (nascite, matrimoni e morte) dal 1809 al 1899, planimetrie e piantine allegate a vari progetti. Infine ci sono 16.104 fascicoli catalogati secondo titolari della Sovrintendenza ai Beni Culturali per un totale di 1205 buste». 
Fin qui le note positive, tantissime, ma non mancano diverse problematiche. Tutto l’archivio storico non è informatizzato, le condizioni igieniche sono precarie, polvere dappertutto e materiale disposto anche su banchetti, manca una fotocopiatrice e non è stato disposto il trasferimento di tutti gli atti fino a quarant’anni fa dal Comune all’archivio storico, come dovrebbe essere previsto dalla normativa. E carenza di personale, con un solo addetto. A tal riguardo, sarebbe molto urile affidare ai giovani tirocinanti del progetto Garanzia Giovani il compito di catalogare ed informatizzare il materiale. Inoltre si paga un fitto, e quindi i costi gravano sulla collettività. A tal proposito sembra che sia intenzione dell’Amministrazione trasferire archivio storico e biblioteca (i cui locali sono, però, del Comune e quindi non ci sono costi di affitto) nei box di via Tagliamonte. Lo scopo è quello di risolvere due problemi economici: eliminare le spese relative all’archivio storico e al centro sociale per anziani di via dei Mille (che verrebbe spostato nell’attuale biblioteca) e quindi risparmiare risorse finanziarie. Ma, per fare ciò, occorre che i locali di via Tagliamonte rispondano ai requisiti richiesti dalla Sovrintendenza e dalla normativa: progetto preliminare da sottoporre ad autorizzazione, sicurezza, sistema di antincendio ed antifurto, arredi idonei alla conservazione di volumi preziosi ed antichi, persino tassi di umidità e temperatura idonei! Una bella gatta da pelare per l’assessore al ramo Antonio Irlando che però, essendo un bravissimo esperto in materia di conservazione dei beni culturali, sicuramente riuscirà a trovare la soluzione più adatta a risolvere questo rebus, facendo nel contempo risparmiare i costi dei fitti e assicurando un’ubicazione idonea a biblioteca e archivio storico.  

Quali potrebbero essere le alternative? C’è chi propone i locali dell’ex stazione FF.SS. di piazza Nicotera e chi dice che si potrebbe destinare un’ala dell'ex orfanotrofio di piazza Giovanni XXIII, dove già in passato c’era parte della documentazione descritta. In ogni caso, una proposta definitiva va individuata e concretizzata, nell’interesse del Comune, dell’utenza ma, soprattutto, del nostro grande e preziosissimo patrimonio culturale cittadino.