A cura della Redazione
La musica, la nostra vita. La musica, nella vita di ognuno, sempre, incancellabile. Una gioia, un dolore, un dubbio, una passione. Ci sarà sempre una musica che parlerà di te, che parlerà a te. La musica, accompagnatrice che noi spesso non ci accorgiamo di avere. Ascoltiamo un pezzo, ci lasciamo trasportare per qualche istante, ma alla fine la magia sfuma, e il volume della sinfonia inizia lentamente ad abbassarsi. Poi c’è chi sogna, chi sente di dovere tanto a questa amica leale, e imbraccia una chitarra, un basso, strimpella un pianoforte, magari sognando la fama o suonando solo per se stesso. C’è chi invece inizia e poi prende una strada diversa. Ma il primo amore non si scorda mai. Soprattutto se è un amore che non fa mai male. C’era un ragazzo che in gioventù suonava la batteria. Per caso si trovò a recitare in uno spettacolo grazie a suo padre, e da allora iniziò la sua carriera trionfale. Trent’anni dopo eccolo lì, il 29 agosto, in quel di Pompei, Maurizio Casagrande sul palco con il padre, insieme ad un folto pubblico che non ha mai smesso di omaggiarlo, di applaudirlo. Di dimostrargli che ha apprezzato il racconto della vita, della sua vita, in musica. In questo spettacolo infatti Maurizio racconta se stesso, dal primo incontro dei suoi genitori alla sua carriera. Per ogni momento, in ogni fase della sua vita c’è una canzone, un cavallo di battaglia. La scelta oculata dei brani ci mostra la sua immensa e varia cultura musicale che, unita alla verve comica ed a una tenuta di scena fuori dal comune, ne fa un artista colto, poliedrico, a trecentosessanta gradi. E’ così che, tra “un bacio a mezzanotte” ed “Hey Jude”, vengono fuori le risate ed i sorrisi, le gag vincenti e gli spunti di riflessione. Scompare il palco, ti dimentichi di essere ad uno spettacolo. E la serata assume l’aspetto di una chiacchierata fra amici, che si siedono accanto ad un fuoco, con una chitarra in mano, per divertirsi e scambiarsi emozioni insieme. «Io vivo per lo spettacolo. Sono convinto che quanto riesci a dare ad un pubblico ti venga restituito in cambio». Un Maurizio Casagrande carico e sorridente risponde alle domande dei giornalisti. «La musica ha sempre fatto parte della mia vita, fin da quando ero bambino. Non ho problemi a cantare, anche se avrò un piccolo aiuto (riferendosi alle due vocalist che lo hanno accompagnato, ndr)». Il film “…E fuori nevica!”? «Dopo venti anni tornerò ad essere “spagnolo” (ride, ndr)». Un attore che non disdegna riflessioni su argomenti quali le potenzialità e la valorizzazione del territorio: «La Campania ha problemi delicati ma possiede risorse importanti. E’ un grande polo di attrazione. Vedo il Vesuvio come un ombelico attorno al quale c’è tutto. Pompei ha una capacità di richiamo e colpisce tantissimo in positivo, bisogna sfruttare benissimo queste potenzialità». Lo spettacolo, infatti, è solo una delle tappe di “Vesuviando”, un percorso che coinvolge varie città campane e che punta alla valorizzazione del territorio. «Non ci si deve dimenticare che abbiamo un immenso patrimonio culturale, e questa serata punta a riscoprire questo tesoro». Cultura e divertimento. Ed era proprio questo l’intento che Maurizio nostro voleva raggiungere. «Che sia stato per voi un musical, uno spettacolo con canzoni, una recita, a ciascuno il suo. Per me è stato un divertimento, e spero di aver fatto divertire anche voi», ecco la frase di chiusura. “E… la musica mi gira intorno!”. Il titolo dello spettacolo. Uno stile di vita per l’artista, un sogno per il pubblico che difficilmente dimenticherà un così indissolubile connubio tra vita, amore e note. Connubio che è in grado di costruire cose indimenticabili e speciali. ANTONIO DE ROSA dal settimanale TorreSette del 5 settembre 2014