A cura della Redazione
Da diversi giorni impazza sul muro di torresette.it la notizia della presenza di una struttura in affioramento, in via Giacchino Murat, nella proprietà delle Suore del Bambin Gesù, che ricondurrebbe a ciò che resta di un teatro di epoca romana. Già una decina di giorni or sono la notizia, sotto forma di domanda da parte di un lettore, era comparsa su “La Voce della Provincia”, storico periodico oplontino, anche se non ben chiarita. E’ bastato veramente poco per destare l’attenzione di coloro - per fortuna ce ne sono ancora a Torre Annunziata - che hanno ancora a cuore il patrimonio storico-culturale della nostra città. Intanto, mi sembra doveroso sottolineare l’elevata presenza di reperti archeologici nell’area. In passato, infatti, tanti sono stati i ritrovamenti in quella zona di rilevanti interesse culturale. Sappiamo bene che essa conserva ancora resti di alcuni edifici, dai quali è emersa l’opulenza del patriziato romano, rappresentati dalla magnifica dimora residenziale indicata come Villa “A”, meglio conosciuta come “Villa di Poppea”, da un annesso borgo dalle caratteristiche più commerciali, prossimo all’antica marina, scoperto negli anni ’70 e costituito dall’edificio appartenuto un tempo a Marcus Crassius Tertius (Villa “B”), e da un contiguo sistema di stradine e botteghe. Parliamo di un’area poi conosciuta come Oplontis, suburbio di Pompei. Sull’area in questione, dove è stato rilevato il tanto discusso teatro tra la Villa “A” e la Villa “B”, sappiamo per certo della presenza di un ulteriore edificio di nobile appartenenza riscoperto in piccola parte - un importante peristilio con la presenza di una colonna gemina e alcuni ambienti affrescati in IV Stile - negli anni ’50 grazie agli scavi effettuati in proprietà Fattorusso, sovvenzionati e condotti ad opera della stessa famiglia con la supervisione degli organi statali di competenza. Purtroppo, ad oggi, di quei ritrovamenti si conserva ben poco se non le cronache e i disegni delle opere scoperte. Quindi è certo che la zona è di grande interesse archeologico e conserva ancora delle sorprese che ancora non conosciamo. Tuttavia, la presenza di un teatro, al nostro tempo, non poteva passare inosservata in più di due secoli di indagini in situ. A questo punto ci tocca analizzare il luogo in questione. La struttura, ben visibile da Google Earth, non è altro che parte di una gradinata moderna di cemento a ferro di cavallo, edificata alle spalle del campetto all’interno della proprietà del collegio femminile Bambin Gesù, insieme con nuove strutture di contenimento a protezione del Canale del Conte di Sarno adiacente a detta proprietà, e di divisione con l’altra proprietà contigua. Ovviamente ciò non deve assolutamente far spegnere i riflettori su di una zona di così grande interesse. Anzi è un bene che si creino dei dibattiti seri e ponderati in merito. Speriamo comunque che il nostro patrimonio archeologico, il più delle volte poco considerato, possa comunque risalire l’onda della conoscenza e dell’attenzione di chi dovrebbe prestargli maggiore interesse, e renderlo finalmente proficuo anche per lo sviluppo economico locale. Mi sembra giustissimo che ogni tanto se ne parli e si mettano in evidenza determinate presenze, anche se presunte. VINCENZO MARASCO presidente Centro Studi Storici "Nicolò D´Alagno" di Torre Annunziata