A cura della Redazione
Un concerto per voce e chitarra quello che si terrà venerdì 25 gennaio, alle ore 17.30, nell’Aula Magna del Liceo Artistico “Giorgio de Chirico”, con il soprano Rosamaria Cirillo e la chitarrista Valeria Rea. I tratti dell’assoluta singolarità contiene il programma proposto sia per gli autori scelti, sia per la dinamica dell’operazione linguistico-musicale tentata. In particolare va segnalato il sincretico accostamento di testi della tradizione iberica, ed in senso lato - vista la presenza del brasiliano Villa Lobos, del portoricano e newyorchese di nascita, Ernesto Cordero, nonché del messicano Ponce - a quella partenopea, nelle partiture, quasi pressoché inedite di Mario Pilati. Figura sicuramente originale quella del compositore napoletano dei primi decenni del secolo scorso, alla cui riscoperta, ha contribuito, con un intervento di appassionato rigore filologico, il M° Francesco Cirillo del Conservatorio “S. Pietro a Majella”. Da rimarcare, in particolare, la parabola artistica di Pilati che ha prodotto liriche per canto e pianoforte con i testi tanto dei maggiori poeti della tradizione poetica italiana - da Dante a Pascoli, da Boccaccio a Corazzini, solo per citarne alcuni - quanto della cultura “bassa”, “volgare”, attingendo alla raccolta di scritti anonimi curata da Luigi Molinaro Del Chiaro. Operazione artistico-culturale tanto più originale e “autenticamente eversiva” in quanto realizzata in un periodo storico, il ventennio fascista, caratterizzato, in un clima di omologazione linguistica, dalla ferrea opposizione alle letterature dialettali e ai particolarismi regionalistici. Da qui L’apparente contraddizione suggerita dal titolo (“Musica colta/Anima popolare”), che, in realtà costituisce “la conferma della sostanziale biunivocità - nel linguaggio critico specialistico - della natura della musica, sospesa tra la traduzione violentemente libera ed estemporanea della realtà che pur ne stabilisce la funzionalità collettiva e la tensione evocativa, ma “depurata”, intellettualistica ma liricamente commovente, che ne disinnesca il potenziale irrealizzato riportandolo al rassicurante sistema di valori e di norme dominanti”. Il che non vuol dire destrutturare o mistificare la creatività e l’originalità dell’”attempt” artistico, quanto attivare la sperimentazione nella tradizione, in una sorta di continua avanguardia, discreta o dirompente, a seconda dei livelli di partenza dei fruitori, del pubblico. Un percorso estetico, quindi, in linea con la consuetudine del Liceo d’Arte “de Chirico” che, nella sua molteplice offerta culturale, conferma una vocazione, questa sì completamente innovativa, a farsi scuola intesa come polo formativo e “servizio” per l’intera comunità.