A cura della Redazione
Se n’è andata un’altra testimone del nostro tempo torrese: la signora Ninì Sansone. Non solo moglie di uno degli ingegneri che hanno ricostruito Torre Annunziata dopo la guerra, non solo mamma di Nicola e Annarita (e mamma adottiva di tutti i loro amici), ma soprattutto straordinaria persona cresciuta all’ombra di una personalità travolgente: Olga Elia. Oggi questo nome dirà poco ai comuni abitanti di questa città senza memoria. Ne ricordano nome e opere solo chi per studi o per passione ha indagato sul nostro passato remoto. Fu archeologa che alla figura femminile regalò altissima dignità come allieva di Amedeo Maiuri e responsabile degli scavi di Pompei, Stabia e Oplonti. La lezione di vita che la giovanissima Ninì ricevette dalla signora Olga vale più di centro trattati sul femminismo. Nicola e Annarita, ma anche quanti (e sono stati tantissimi) negli anni sono passati per casa Sansone indirettamente ne hanno beneficiato, costruendo un’immagine della donna non stereotipata, come quella che imperava in quegli anni ormai lontani. A Torre accadeva anche questo. La testimonianza della signora Ninì ci ha aiutato a crescere. E il suo ricordo sopravvivrà al suo addio. MASSIMO CORCIONE