A cura della Redazione
Una vita per i libri, i libri di una vita. Questo in sintesi estrema il senso profondo dell’incontro svoltosi venerdì 23 presso il Circolo Professionisti e Artisti di Torre Annunziata. Una vita per i libri, e ovviamente non solo, è stata quella di Mario Lettieri, instancabile esploratore ed indagatore di ogni latitudine umana. Personalità complessa la sua, al punto da rendere vano qualsiasi tentativo di definizione univoca: intellettuale di ampi orizzonti impegnato a infrangere ogni conformismo provinciale ma da posizioni sempre solidamente e orgogliosamente radicate nella sua oplontinità; stoico ed epicureo; illuminista e romantico; di estrazione alto borghese e, a un tempo, caustico fustigatore di formalismi, tic e tabù della sua stessa classe sociale. I libri di una vita, o per meglio dire una rilevante parte di essi, circa 700 volumi tra cui molti testi di discreto valore culturale ed editoriale, sono stati affidati al Circolo Professionisti e Artisti affinché fosse istituita una biblioteca a lui intitolata, inaugurata nella stessa serata di venerdì dalla signora Rosalia Castaldo Lettieri e dal presidente del Circolo, dottor Antonio Manzo. Attraverso l’istituzione della biblioteca si vorrebbe ricordare Mario Lettieri in maniera concreta, tangibile, evitando di ridurne la memoria ad una sorta di immagine consolatoria, di alibi morale della nostra cittadinesca ignavia. La sua voce potrà continuare a parlare attraverso i libri che gli sono appartenuti, a condizione che la si voglia ascoltare. Anima ed artefice dell’operazione, la signora Castaldo Lettieri ha inteso evitare con la sua donazione la dispersione del vasto patrimonio di conoscenze accumulato in anni di studi dal marito ed al tempo stesso preservare le tracce e la memoria di lui che quei libri contengono. A rendere omaggio alla dolcezza dell’uomo ed alla originalità e libertà del suo pensiero, una foltissima schiera di amici e ammiratori a testimonianza della calda eredità d’affetti lasciata. In un incontro per niente celebrativo e paludato, la cosa non sarebbe piaciuta affatto a Mario, hanno detto di lui, attraverso comuni accenti commossi, la dottoressa Angela Cascone, il professore Salvatore Prisco e l’autore di questo articolo. Con voce e mani teneramente tremanti, in una prosa densa, evocativa ed elegante, pur nella sua asciutta essenzialità, la dottoressa Cascone ha narrato del suo primo incrocio di sguardi con Mario da cui, anni dopo, sarebbe nato un incrocio di vite con l’ inevitabile carico di incanti e dolori di due anime che si mettono a nudo in un irripetibile clima di reciprocità donante. Di una Torre non ancora spogliata di ogni memoria condivisa e non del tutto orrendamente ed indistintamente omologata al piattume attualmente dilagante, ha parlato Salvatore Prisco. Con contagioso intenerimento ha ricordato l’attivismo di Mario, tra i protagonisti culturali di quegli anni, e la sua mitica “Libreria n°1”, la sola al mondo, forse, nella quale i libri venivano offerti in prestito gratuito per la sola gioia di vedere qualcuno leggere. Un vero e proprio cenacolo letterario, salotto di varia umanità, rifugio e sola alternativa alle pedanterie nozionistiche di certi insegnanti incapaci di suscitare passioni ed accendere interessi così come sapeva invece fare magnificamente il maitre a penser Mario Lettieri. A chi scrive è poi toccato il compito di illustrare la genesi e le finalità della biblioteca, un progetto culturale mediante il quale il Circolo Professionisti e Artisti intende mettere a disposizione della città e degli studiosi un servizio gratuito di prestito e consultazione. Un piccolo seme di speranza nella grande emergenza sociale, economica ed educativa che attraversa la nostra città, al cui potenziamento, si spera, potranno contribuire i cittadini torresi. Mirabilmente introdotte ed illustrate da Giuseppe Chervino, le performance artistiche di Ciro Cascina, in arte Ciro Ciretta, poliedrico e funambolico artista, coinvolgente lettore di un bell’articolo di Massimo Corcione scritto in onore di Mario, e di due poesie dello stesso Lettieri. Applauditissima, infine, l’esecuzione dei chitarristi Ignazio Laiola e Gennaro Venditto, affermati artisti torresi, che con le stupende e virtuosistiche interpretazioni di Vecchio frack ed Era de maggio, hanno alimentato il fuoco di una commossa nostalgia dell’uomo e dei tempi a lungo covata, fin da inizio serata, nel silenzio dei cuori di molti dei presenti. BIAGIO SOFFITTO da TorreSette del 30 marzo 2012