A cura della Redazione
Firmato un protocollo d’intesa tra il comune di Torre Annunziata, le parrocchie e gli istituti religiosi presenti sul territorio. L’accordo è stato sottoscritto presso l’ex scuola media Manzoni in via Parini, attuale sede delle Politiche sociali, e vi hanno partecipato il sindaco Giosuè Starita, l’assessore Ciro Alfieri e i rappresentanti di sei parrocchie, di due istituti religiosi, nonché della Basilica della Madonna della Neve e del Santuario dello Spirito Santo. Il protocollo prevede il riconoscimento di un cofinanziamento per i progetti presentati dalle istituzioni religiose, secondo le risorse disponibili dell’Ente. Le parrocchie, invece, metteranno a disposizione locali, risorse umani e strumentali. Per l’Amministrazione comunale, le chiese e gli istituti religiosi rappresentano gli avamposti per educare e assistere i minori durante le fasi della loro crescita. Ed è per questo motivo che vanno sostenuti in questa loro azione. Particolarmente soddisfatto dell’iniziativa mons. Raffaele Russo, rettore della Basilica della Madonna della Neve. «Auspicai questa collaborazione - afferma - in un convegno presso Villa Tiberiade all’indomani del blitz “Alta Mare” portato a termine dalle forze dell’ordine. Sin da allora mi preoccupai del futuro dei figli degli arrestati, chiedendomi in che modo potevano essere aiutati. Fu per questo motivo che lanciai un appello all’amministrazione comunale e alle associazioni che operano sul nostro territorio affinché si accogliesse il maggior numero di ragazzi a rischio». Il tema delle politiche sociali riveste una grande importanza in un città difficile qual è la nostra. A Torre Annunziata, in particolar modo, si è fatto poco per la prevenzione dando più valore all’effimero che alla sostanza. E se alla fine la situazione è quella che è, sicuramente qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto. Ne è consapevole la psicologa Cinzia Russo, esperta in tematiche relative a situazioni di disagio sociale. «Nessuno mette in discussione che le parrocchie fanno attività di socializzazione ed educative come loro mission - afferma -. Tuttavia si potrebbe obiettare che non tutti i minori sono cattolici e pertanto molti rimarrebbero fuori dal contesto istituzionale. Poi, in maniera strutturale , osservo che di tanto in tanto vengono presentate delle iniziative a valore sociale di varia natura, e mi chiedo come si vanno ad integrare questi interventi con progettualità ed obiettivi a medio e lungo termine di un servizio sociale, che mai viene menzionato e che sembra scomparire dietro questa moltitudine di progetti apparentemente non organici tra loro. Ma la cosa che per me è più importante - continua Russo - è che in determinate aree maggiormente a rischio di Torre Annunziata la chiesa, per esempio, ha sempre avuto un ruolo importante di aggregazione, ma ad oggi è sempre alto il rischio ed il degrado. Non sarebbe opportuno, invece, investire risorse per comprendere realmente i motivi per cui persistono il forte stato di disagio e di rischio sociale? Monsignore Raffaele Russo sostiene che questo protocollo di intesa è stato sollecitato in seguito all’operazione “Alta marea” per proteggere i minori dopo l’arresto dei genitori. Trovo grave un’affermazione del genere; semmai i solleciti dovevano essere fatti prima da chi è un osservatore privilegiato della qualità della vita dei minori, come ad esempio la chiesa. Ma soprattutto l’amministrazione comunale e i servizi sociali avrebbero dovuto promuovere interventi ampi e a 360 gradi per il risanamento ambientale, sociale e culturale di quella parte della città. Cosa che fino ad oggi è stata completamente ignorata. La ricaduta sociale ed economica – conclude la psicologa - è tutta sulle spalle di noi cittadini e purtroppo ancora per molto tempo. Si auspica, pertanto, che in futuro, oltre alla repressione, ci sia anche una reale prevenzione fatta in maniera seria, con un alto senso di responsabilità, e non propagandistica». ENZA PERNA (dal settimanale TorreSette del 24 febbraio 2012)