A cura della Redazione
Le oramai trascorse celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia sono state caratterizzate, per quanto riguarda la nostra città, da una confortante sobrietà. Abbandonata per una volta l’italica predisposizione all’enfasi ed ai profluvi retorici, si è dato vita ad una serie di manifestazioni differenziate nel loro svolgersi, ma nelle quali la riflessione storico-sociale del passato e l’analisi del presente hanno avuto adeguato rilievo. Il programma celebrativo inaugurato nella giornata di mercoledì 16 marzo, con le iniziative intraprese dall’Istituto “Graziani” e dal Liceo Artistico “de Chirico”, delle quali abbiamo dato conto nel numero precedente, si è concluso giovedì 17 con un incontro organizzato dall’Amministrazione comunale presso Villa Tiberiade, avente per tema “I valori della comunità nazionale”. Ne hanno discusso, moderati dal dirigente del “de Chirico” Felicio Izzo, e alla presenza di un folto pubblico e di numerose autorità civili e militari, Vincenzo Maria Albano, Presidente del Tribunale di Torre Annunziata, Diego Marmo, Procuratore Capo della Repubblica, il professore Biagio Soffitto e il primo cittadino Giosuè Starita. Appena 150, questi gli anni che compie l’Italia. Praticamente niente se paragonati a nazioni plurisecolari come Spagna, Francia e Gran Bretagna, tanto per citarne alcune. Ma se lo Stato italiano ha poco più di un secolo e mezzo di vita, ben più antica, millenaria a dir poco, è invece l’esistenza di una identità italiana costituitasi in maniera più o meno intensa nel corso dei secoli. Un comune sentire addensatosi intorno a valori forti quali la memoria storica, la cultura letteraria, il patrimonio artistico, il sentimento religioso. E’ stato questo insieme di fattori ad unire per secoli individui che non avevano in comune né sovrano, né moneta, né leggi, né modo di alimentarsi. Niente di niente, se non un amore spropositato per la storia romana, per messer Dante Alighieri o per il cavalier Marino. Tuttavia, questo spirito identitario così vivo nei secoli della disunità politica, sta rischiando di lacerarsi ad unità conseguita sotto i colpi di egoismi e particolarismi vari. Minacce secessioniste che per il procuratore Marmo non potranno mai mettere in discussione la solidità di una comunità oramai cementatasi attraverso intensi scambi di persone, affetti ed economie tra Nord e Sud del Paese. Minacce secessioniste paradossalmente positive, a detta del presidente Albano, in quanto generatrici di un patriottismo indotto che ha determinato la riscoperta di un equilibrato amor di Patria edulcorato dalle mitologie e dalle esasperazioni del passato e rispettoso della atipicità della nostra italianità. “Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono”. E’ questa splendida canzone di Gaber la sintesi, per il dottore Albano, della ricca unicità della nostra condizione. Anche per Biagio Soffitto, preoccupazioni e perplessità si possano superare se si guarda indietro, alla storia dei centocinquanta anni trascorsi nel loro insieme e agli atti fondativi del nostro presente, il Risorgimento e la Resistenza. Queste due guerre di emancipazione hanno costituito la indispensabile premessa di sofferenza e di coesione, senza la quale non avrebbe potuto esservi la Costituzione e l’Italia repubblicana. Ad un federalismo solidale ancora di là da venire, ha fatto invece riferimento il sindaco per il quale alcuni atti di questo Governo, tra i quali la mancata attuazione della Zona franca urbana a Torre Annunziata, lasciano spazio a forti dubbi e perplessità. Iniziatosi con l’inno nazionale cantato dal Coro Polifonico Salesiano “Oplontis”, l’incontro ha avuto un momento emozionante durante il concerto pianistico della piccola Luciana Canonico, allieva presso il Conservatorio di Benevento della nostra concittadina professoressa Assunta Babuscio, le cui note hanno coinvolto e commosso i presenti. EMANUELE SOFFITTO (Dal settimanale TorreSette del 25 marzo 2011)