A cura della Redazione
Dopo il successo delle prime due rappresentazioni teatrali, “Miseria e nobiltà” di Francesco Paolantoni e “Ci sta un francese, un inglese e un napoletano” di Eduardo Tartaglia, ieri sera è tornato il grande teatro a Torre Annunziata con “Angelarosa Schiavone” di Gaetano Di Maio, commediografo e poeta napoletano di grande fama. Grazie alla sua collaborazione con la Compagnia Stabile del Teatro Sannazzaro nacquero grandi opere. I titoli più importanti furono ´Mpriesteme a mugliereta, È asciuto pazzo ‘o parrucchiano, che traeva origine dal precedente lavoro Nu paese mmieze ‘e guaie, Madama Quatte solde, Arezzo 29, Il morto sta bene in salute e Ce penza mammà; tutte interpretate dai “grandi” attori partenopei quali Ugo D’Alessio, Luisa Conte, Pietro De Vico, Gennarino Palumbo, Rosalia Maggio, Enzo Cannavale, Giacomo Rizzo, Marina Confalone. Angelarosa Schiavone è uno dei classici testi comici del teatro tradizionale napoletano e cavallo di battaglia dell’indimenticata Luisa Conte. Ed è proprio per rendere omaggio alla grande artista del Sannazaro nel quindicesimo anniversario della sua scomparsa che Giovanna Russo, in arte Gloriana, è tornata al teatro interpretandone il personaggio principale, dopo essere stata per anni considerata “La Regina della Sceneggiata”, accanto all’incontrastato Re, il compianto Mario Merola. In scena con lei, un esilarante Oscar Di Maio (da tutti conosciuti come “ò cafone”) e un cast di bravissimi attori che, sotto l’impeccabile regia di Giulio Adinolfi, hanno inscenato la storia dolorosa di una madre che per il bene del proprio figlio nasconde la sua maternità, restandogli accanto sotto mentite spoglie, solo per goderne la gioia e i dolori. Angelarosa Schiavone, da sempre al servizio di casa De Biasis, ha una storia con Vincenzo, valoroso colonnello e padrone di casa. Da questo amore nasce Gabriele, giovane sensibile al fascino femminile, ma non sempre prudente e attento alle conseguenze delle sue ardenti avances. Angelarosa lascia al padre di suo figlio ed alla sua ricchissima, nobile e sterile moglie, il ruolo di genitori ufficiali, per riservare a lei stessa quello di collaboratrice familiare. E’ il conflitto interiore di una donna, che diventa dolore autentico, quando, per onorare la scelta fatta anni prima, la stessa si ritrova, chiudendo ancora una volta il cuore in una morsa, a dover rinunciare anche al ruolo di nonna. Una storia tutta al femminile, dove il dolore e l’identità negata sono protagonisti indiscussi. ENZA PERNA